Cresce l’offerta di fondi sostenibili e con essa le etichette. Dal 2015 ad oggi sono stati lanciati un centinaio di strumenti di questo tipo, disponibili anche sul mercato italiano. La maggior parte ha un riferimento alla “responsabilità sociale” nel nome; tuttavia non c’è un termine che accomuna tutti. Alcuni usano “ESG”, l’acronimo che esprime l’attenzione ai fattori ambientali (environmental), sociali (social) e di governo societario (governance); altri “sustainability”; altri ancora “etico”. Per taluni prodotti, la denominazione è collegata a tematiche specifiche come la diversità di genere, l’acqua, i green bond o il cambiamento climatico.
La maggioranza impiega una terminologia che potremmo definire di nuova generazione, coerente con la più ampia attenzione della società e della normativa alla promozione di uno sviluppo economico sostenibile. Sorprende, però, trovare ancora fondi nuovi etichettati come “etici”, un termine che ha una accezione valoriale, religiosa e comportamentale che si considera ormai superata. E’ poco usato, invece, il concetto di “impact”, che indica l’obiettivo di ottenere risultati positivi dal punto di vista ambientale, sociale e di governance, accanto a quelli finanziari.
Fondi sostenibili
“La mia preferenza va per il termine sostenibile”, dice Jon Hale, capo della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar. “Perché è più ampio ed esprime meglio l’approccio attuale. ESG e impatto sono le caratteristiche che lo distinguono dalle strategie tradizionali”.
I fattori ESG descrivono gli elementi che rendono l’investimento sostenibile e, quindi, quelli che devono essere analizzati per comprendere il comportamento di un fondo da questo punto di vista. Il concetto di impatto, per Hale, non può essere usato come sinonimo degli altri: “Se un gestore dichiara di voler ottenere risultati ambientali o sociali positivi accanto a quelli finanziari, deve dimostrarlo. E’ quello che le società hanno cominciato a fare con i Report di impatto”. In Italia, ad esempio Sella Gestioni lo pubblica dal 2016 per il fondo Investimenti sostenibili e Etica Sgr dal 2017.
Il lavoro della Commissione europea
Sul tema di una tassonomia dei prodotti finanziari, è al lavoro un gruppo di tecnici, incaricato di assistere la Commissione europea nell’attuazione del Piano di azione sullo sviluppo sostenibile. E’ stato infatti indicato come uno dei punti prioritari nell’agenda. Tuttavia, gli investitori hanno già a disposizione alcuni strumenti per orientarsi. L’importante è non fermarsi alle etichette.
Il concetto di sostenibilità può essere considerato un ombrello che comprende le diverse strategie di investimento, come ad esempio quella best-in-class, che mira a individuare le migliori aziende sotto questo profilo, o quella che si limita a includere i criteri ESG nell’analisi e costruzione del portafoglio. Include anche forme di coinvolgimento maggiore, come ad esempio, l’impact investing o l’engagement, ossia la partecipazione attiva per promuovere cambiamenti positivi all’interno delle società.
Dove trovare informazioni
Operativamente, un investitore può trovare informazioni sull’approccio utilizzato nei documenti informativi sui siti web delle singole società. Morningstar sintetizza la politica di investimento nelle schede fondo disponibili su Morningstar.it. Inoltre, indica se un comparto ha un esplicito mandato socialmente responsabile e il suo Sustainability rating, come si può vedere nell’immagine qui sotto.
Il Sustainability Rating, espresso con i globi, misura come si comportano i titoli in portafoglio dal punto di vista dei fattori ESG. “La maggior parte dei fondi con mandato sostenibile ha un rating elevato”, conclude Hale. “Se non è così, è meglio fare ulteriori analisi e capire come i criteri ambientali, sociali e di governance sono incorporati nel processo di investimento”.
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