Le obbligazioni high yield si stanno facendo decisamente notare nel 2019. Da inizio anno (fino al 10 giugno e calcolata in euro) la categoria Morningstar che raccoglie i fondi specializzati nei bond più rischiosi ha guadagnato l’8,6%, contro il +1,7% fatto segnare nel 2018.
Nella tabella in basso sono elencati i fondi con Analyst rating della categoria Morningstar Global High Yield
L’anno scorso era stato caratterizzato da un forte sell off sul finale di periodo partito dai mercati equity e trasferitosi poi a quelli del credito. La frenata era stata innescata dalla decisione della Federal Reserve di continuare ad alzare i tassi di interesse. Ad alimentare le incertezze c’erano poi le tensioni fra Stati Uniti e Cina riguardo ai dazi. Un po’ di calma è tornata a gennaio quando la Banca centrale Usa ha lasciato intendere che non si sarebbe discostata da una politica accomodante. “Il cambio di tono della Fed è stato tale che JP Morgan ha alzato i target di rendimento 2019 per i bond high yield portandoli dal 3 all’8%”, spiega Brian Moriarty, Manager research analyst di Morningstar Research Services. “Gli high yield hanno già toccato quell’obiettivo mentre gli spread si sono ristretti e sono arrivati vicini ai minimi storici”.
Lo strano comportamento degli high yield
Va poi sottolineato il curioso comportamento di questo segmento del reddito fisso. “Un elemento interessante è il fatto che i bond con rating BB (quelli di maggiore qualità fra gli high yield hanno guidato il rimbalzo per la prima parte dell’anno, seguiti da quelli con giudizio B, mentre quelli CCC hanno inserito la retromarcia”, dice Moriarty. “Questo è il contrario di quello che accade di solito quando ci sono dei rally del mercato del credito. La dinamica è tornata alla normalità ad aprile, quando i bond CCC hanni ripreso il comando, ma il fenomeno è durato abbastanza per creare alcune opportunità all’interno dell’asset di investimento”.
Alte valutazioni, cambi di opinione delle banche centrali e qualità delle emissioni non sono gli unici elementi che bisogna tenere d’occhio. “Il segmento è poco interessante”, dicono da Morningstar Investment management. “Ci sono rischi di perdite di capitale. Soprattutto se si entrasse in una fase di crisi del credito in cui fosse difficile incontrare investitori disposti a puntare sulle emissioni di minore qualità. Questo, a ruota, aumenterebbe i rischi di default, visto che gli emittenti avrebbero difficoltà a finanziare le loro attività”.
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