Meno ambiente, più questioni sulla diversità di genere, ma anche il problema delle armi e le morti per overdose da oppioidi. E’ questo il quadro che emerge dall’ultima stagione delle assemblee societarie negli Stati Uniti, che si è conclusa a giugno.
Con le emergenze climatiche, gli incendi in Amazzonia e l’attivismo della giovane svedese, Greta Thunberg, il fatto che nel 2019 ci siano state meno risoluzioni su queste tematiche può apparire sorprendente. In realtà, è il segnale che le attività di engagement, ossia di dialogo tra gli investitori e le imprese per affrontare i problemi di inquinamento e danni ambientali, funzionano molto più che in passato. Di conseguenza, le risoluzioni vengono ritirate prima del voto assembleare a seguito dell’impegno dell’azienda a prendere provvedimenti per una produzione più sostenibile.
Il dialogo investitori-imprese funziona
In un report dal titolo Proxy season show ESG concerns on Shareholders’ minds, Jon Hale e Jackie Cook, rispettivamente capo della ricerca sulla sostenibilità e responsabile della stewardship research di Morningstar, affermano: “Il fatto che una risoluzione venga ritirata prima del voto è spesso un indicatore di successo: significa che il dialogo tra azionisti e azienda ha funzionato e quest’ultima ha deciso di agire. Sul clima, il fenomeno è sempre più frequente. Nel 2016, erano state votate 57 delibere che richiedevano alle imprese di fornire documentazione sui rischi e le strategie intraprese per far fronte al tema del surriscaldamento del globo. Nel 2019, ci sono state molte più revoche delle 17 risoluzioni che sono andate in assemblea”.
E’ anche vero che, nonostante l’avversità del presidente americano, Donald Trump, agli Accordi sul clima di Parigi del 2015, i grandi investitori istituzionali a livello mondiale sono molto più attivi e sono aumentate le pressioni da più parti per una maggior trasparenza da parte delle imprese, in linea con le raccomandazioni del Task force on climate-related financial disclosure. Di conseguenza, le questioni climatiche sono sul tavolo dei consigli di amministrazione più che in passato.
Il voto nelle assemblee USA
In tutto, nel 2019 gli azionisti hanno votato 177 risoluzioni riguardanti tematiche ambientali e sociali, con un supporto medio del 29% (era stato del 25% nel 2018). 14 hanno ottenuto il favore della maggioranza. “Sembrano numeri piccoli”, spiegano Hale e Cook, “in realtà non lo sono. Generalmente, il livello di sostegno è basso perché gran parte degli investitori segue le raccomandazioni dei vertici aziendali, quasi sempre ‘contro’. Il fatto, dunque, che circa un terzo dei voti sia stato ‘pro’, a dispetto di quanto consigliato dal management, è altamente significativo. Spesso è sufficiente a spronare l’impresa a prendere dei provvedimenti”.
Nel grafico qui sotto si può vedere come sia aumentata, nel tempo, la varietà delle delibere environmental e social che hanno avuto più consensi.
Diversità di genere e diritti umani
A ricevere il più alto supporto sono state le 11 risoluzioni che richiedevano una maggiore disclosure su diversità di genere e strategie per migliorarla nei posti di lavoro. Altro tema caldo è stato quello dei diritti umani, per il quale il sostegno medio è stato del 30% contro appena l’8% del 2018. Ma il maggior numero di delibere (62) ha riguardato la disclosure sulle spese sostenute per campagne politiche e lobby (il supporto medio è stato superiore al 30%).
Non sono poi da sottovalutare i problemi gravi con cui la società americana sta facendo i conti, ossia la crisi oppioide e le stragi causate dalla facilità con cui è possibile acquistare armi. La prima è una emergenza nazionale dato che ogni giorno, circa 130 persone muoiono per overdose (dati del National Institute on drug abuse) a seguito di abuso di antidolorifici oppioidi e altre droghe. E’ di questi giorni la notizia che Johnson&Johnson è stata condannata a pagare 572 milioni di dollari da un giudice dell’Oklahoma, perché ritenuta responsabile dello sviluppo della crisi nello stato americano. Per quanto riguarda le sparatorie sulla folla inerme, sono un fenomeno quasi quotidiano negli Stati Uniti. Secondo le stime di TrueNumbers, negli ultimi sei anni ci sono stati 1.975 morti per il cosiddetto mass shooting.
Il ruolo dei gestori
“Queste risoluzioni accrescono la consapevolezza sui rischi ambientali e sociali che corrono le aziende e che si traducono in costi operativi e reputazionali”, dicono i ricercatori di Morningstar. Non si conoscono ancora i voti degli asset manager, che dovranno riportarli entro agosto, ma è chiaro che il loro ruolo nel disegnare o ridisegnare la governance delle aziende che hanno in portafoglio è sempre più attivo.
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