Brent e Wti, gemelli diversi

Scontri nord africani e bassa domanda Usa fanno schizzare lo spread tra i due contratti. Ma quali dinamiche ci sono dietro?

Valerio Baselli 02/03/2011 | 09:20
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Mercato petrolifero in confusione. Quando si parla di petrolio si fa sempre riferimento al Brent e al Wti (West Texas Intermediate). La differenza tra loro è ai massimi da oltre due anni. Ad oggi si tratta di circa 15 dollari a favore del Brent (quotato a circa 114 dollari al barile contro i 99,5 del Wti, al 28 febbraio sui contratti future in scadenza ad aprile), dopo il picco di 18 toccato la settimana scorsa. Ma cosa indicano davvero questi nomi? Perchè, se entrambi si riferiscono al prezzo del greggio, non sempre coincidono?

La storia
Brent è il nome di un giacimento di petrolio scoperto nel 1971 nel Mare del Nord al largo di Aberdeen (Scozia), il cui sfruttamento è iniziato nel 1976. Il termine Brent caratterizza oggi un petrolio molto leggero, risultato dell’unione della produzione di 19 campi petroliferi situati nel Mare del Nord. Malgrado una produzione limitata, il Brent serve da petrolio grezzo di riferimento a livello mondiale. Il suo prezzo determina quello del 60% del petrolio estratto nel mondo. Wti, invece, è l’acronimo di West Texas Intermediate (conosciuto anche come Texas Light Sweet), un tipo di petrolio greggio usato come parametro di riferimento per i contratti futures al New York mercatile exchange.

Medio Oriente ma non solo
“Normalmente lo spread tra Brent e Wti è inverso rispetto a quello attuale”, commenta Massimo Siano, responsabile per l’Italia di Etf Sedurities. “Di norma, infatti, è il Wti a presentare una quotazione maggiore”. Come mai questa anomalia? “Innanzittutto, il Brent è utilizzato principalmente in Europa e in questo momento di tensione politica nell’Africa del nord è il combustibile succedaneo più facile da distribuire nel Vecchio continente in caso di mancate forniture di greggio dalla Libia”.

Ma la differenza non è dovuta solo a questo. Ciò che ha particolarmente danneggiato il prezzo del Wti in favore del Brent è stato il dato settimanale dell’Eia (Us Energy information and administration) sulle scorte americane, che hanno toccato lo scorso 21 febbraio quota 37 milioni e 667 mila barili, un livello che non si vedeva dallo scorso agosto. Questo la dice lunga sul raffreddamento della domanda negli Usa.

Trend di breve periodo
Il prezzo del petrolio è talvolta soggetto a notevoli distorsioni o a decisioni irrazionali. Ad oggi, forse, il rischio più grande riguarda la paura del contagio. “Il più grande produttore al mondo, l’Arabia Saudita non sembra più invulnerabile al contagio (dopo i recenti scontri in Bahrain ndr)”, afferma Siano. “Questo nervosismo per non dire panico tra i produttori-chiave non favorisce la presa di decisioni pronte e necessarie per impedire che il prezzo del petrolio vada fuori controllo nuovamente”.

La Libia soddisfa circa il 2-3% della domanda mondiale di petrolio. Finora la fornitura non è mai stata sospesa e l’Arabia Saudita ha rassicurato dichiarando che sarebbe pronta a intervenire per evitare interruzioni. Inoltre, il governo provvisorio dell’Egitto ha mantenuto aperto il canale di Suez e i principali oleodotti e questo dovrebbe far sì che il petrolio arrivi sui mercati mondiali con una interruzione minima.

Insomma, “a queste condizioni non si escludono affatto nuovi balzi al rialzo del greggio e un aumento dello spread tra Brent e Wti nel caso di ulteriori scontri nei Paesi arabi o del Magreb vista l’incidenza che ha il Brent nell’economia europea, anche se questi prezzi probabilmente non sarebbero razionali e comunque non saranno sostenibili nel lungo periodo”, conclude Siano.

A Piazza Affari
Su Borsa Italiana sono quotati diversi strumenti, long, short e a leva, che permettono di replicare la quotazione del greggio, sia attraverso il Brent sia attraverso il Wti. Gli Etc long disponibili sono: l’Etfs Brent 1Mth (+6% da inzio anno; dati in euro al 22 febbraio), l’Etfs WTI 2Mth (-6,1%), Etfs Crude Oil (-9,4%), Etfs Petroleum (-5,1%), Etfs Forward Petroleum (+0,3%), Db Brent Crude Oil Booster Euro Hedged (+5,2%).

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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