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Chi si rivede! L’Albo dei consulenti

Dopo quattro anni di tira e molla, Nafop torna alla carica e propone una “soluzione concreta” che prevede due fasi.

Valerio Baselli 09/02/2012 | 10:34
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Albo sì, albo no. È da quattro anni che la telenovela sulla nascita dell’Albo dei consulenti indipendenti cerca un lieto fine, senza trovarlo. Dopo la lettera inviata a Mario Monti, Presidente del consiglio e Ministro dell’economia, Nafop, una delle associazioni nazionali che rappresenta i professionisti e le società di consulenza indipendente fee only (solo a parcella), ha elaborato “una proposta concreta e realmente percorribile per l’avvio immediato del Registro dei consulenti finanziari indipendenti”, si legge in una nota.

Una lunga storia
Tutto è cominciato nel 2008 con la prima proposta, successivamente nel 2010 la Consob ha aperto un tavolo di lavoro “avente il compito di approfondire le tematiche organizzative, operative ed economico-finanziarie inerenti le fasi di impianto e di funzionamento a regime dell’Organismo di tenuta e di vigilanza del nuovo Albo dei consulenti finanziari indipendenti”. Sembrava fatta, ma in tempi di crisi e di tagli, alla fine ci si rese conto che non c’erano i fondi per poter dar vita ad un nuovo Albo, che richiede strutture, personale e finanziamenti. All’epoca, si parlava di 2 milioni di euro mancanti.

La proposta Nafop
Considerato che la normativa sui requisiti ed il regolamento sugli adempimenti dei consulenti finanziari indipendenti sono già stati redatti e pubblicati dalle autorità competenti (Ministero dell’economia e Consob), l’associazione guidata da Cesare Armellini ha individuato una soluzione che si compone di due fasi.

Nella prima, si prevede la creazione di un “Registro” all’interno del quale possano confluire tutti quei soggetti già in possesso dei requisiti stabiliti dalla Legge (che rappresentano la maggior parte dei futuri iscritti), non tenuti al superamento della prova valutativa (promotori, dipendenti bancari, dipendenti di altri soggetti abilitati e soggetti indipendenti operativi). “Tale soluzione permetterebbe in un primo momento di non dover sostenere i costi per l’organizzazione dell’esame, di poter disporre immediatamente di risorse derivanti dal pagamento dell’iscrizione al Registro stesso e di consentire all’autorità di vigilanza avere un elenco di professionisti e società di consulenza già operativi che possano agire in un contesto regolato e non solamente autoregolamentato come avviene oggi”, prosegue il comunicato Nafop.

Successivamente, in una seconda fase, con le risorse derivanti dalle quote di iscrizione, sarà possibile organizzare le sessioni d’esame necessarie per l’accesso alla professione di coloro i quali non dispongono dei requisiti e devono pertanto superare la prova valutativa.

Secondo i calcoli dell’Associazione, è lecito aspettarsi un numero minimo di iscritti nei primi 12 mesi di circa 2 mila soggetti. “Per l’iscrizione e la verifica dei requisiti, si può prevedere l’autocertificazione in quanto i soggetti esonerati dalla prova valutativa possiedono già i requisiti stabiliti dal decreto 206/2008 (promotori, dipendenti bancari, dipendenti di altri soggetti abilitati e soggetti indipendenti già operativi)”, si afferma nel comunicato. La vigilanza dei soggetti iscritti al registro sarebbe assolta dalla Consob, il cui compenso verrebbe prelevato dalla quota di iscrizione.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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