“Sembra ormai fatta, siamo ad un passo”. Lo si dice da anni, eppure l’Albo dei consulenti indipendenti non ha ancora visto la luce. L’offerta di consulenza finanziaria indipendente è di fatto congelata dalla mancanza di un registro ufficiale. Perciò, Nafop, l’Associazione nazionale dei consulenti finanziari indipendenti, presieduta da Cesare Armellini, ha voluto scendere in campo direttamente. Lo ha fatto presentando una proposta di spending review allo scopo di dimostrare come oggi questo registro sia economicamente sostenibile, addirittura autofinanziabile.
Lo scorso giugno sono anche stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i requisiti patrimoniali e di indipendenza delle società di consulenza finanziaria indipendente (Srl e Spa) nonché i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza degli esponenti aziendali delle stesse società. Ciò nonostante, ancora nulla di concreto all’orizzonte.
Due milioni che ballano
Già a suo tempo era saltato fuori il problema economico. Il Ministero dell’Economia, allora presieduto da Giulio Tremonti, aveva infatti comunicato che per la nascita del nuovo Albo mancavano due milioni di euro. Si erano paventate diverse soluzioni, ma nessuna tra queste, evidentemente, ha dato i frutti sperati.
“È uno scandalo che il mancato avvio dell’Albo, che aspettiamo da oltre quattro anni, sia ancora addebitato ad un problema finanziario palesemente inesistente che era stato stimato in circa due milioni di euro”, dichiara Armellini in una nota. “Con questo lavoro di spending review abbiamo sciolto ogni dubbio: la sostenibilità finanziaria del registro non è un ostacolo, infatti tutto è completamente autofinanziabile”.
Possibile autofinanziamento
Secondo l’analisi di tutte le voci, operata dal consiglio direttivo di Nafop, esiste la possibilità di incassare sensibili risparmi. Lo studio ha permesso di individuare con maggior precisione l’importo dei costi, andando oltre alla fase precedente che aveva riguardato uno sforzo più teorico che pratico.
“Tra le varie ipotesi di copertura finanziaria iniziale”, conclude Armellini, “c’è ad esempio l’iscrizione biennale dei soli nostri associati (professionisti che operano da molti anni), che coprirebbe l’impegno finanziario massimo risultante dal piano”.
Nafop ha già provveduto a inviare il documento di spending review a governo, Consob e Ministero dell’Economia, confidando che entro breve avvengano finalmente le nomine.
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