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Sri, pochi risparmiatori, molti istituzionali

Il mercato europeo dell’investimento sostenibile e responsabile è cresciuto più del settore del gestito nel suo complesso. La quasi totalità è in mano a fondi pensione e assicurazioni.

Azzurra Zaglio 11/10/2012 | 13:24
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Le strategie di investimento responsabili battono il mercato e crescono in Europa. Ma l’informazione e trasparenza non è ancora sufficiente. Il nuovo studio Eurosif  (European sustainable investment forum) del 2012 ha preso in esame le strategie Sri adottate dagli investitori europei e rivela che nel biennio 2009-2011 ciascuna di esse ha ottenuto un incremento dei flussi maggiore di quello dell’intera industria del risparmio gestito, a dimostrazione del continuo appetito e interesse degli investitori nel tenere conto dei fattori Esg (environment, social and governance). In termini di asset allocation dei fondi, le obbligazioni rappresentano l’80% del totale e le azioni il 6%. Approccio diverso per i fondi pensione che al contrario concentrano queste politiche sull’azionario.

A dominare il mercato si riconfermano gli istituzionali che rappresentano il 94% del totale di asset under management Sri (nel 2009 era il 92%) e a far la parte del leone sono soprattutto i grandi fondi pensione e le imprese assicuratrici. La strategia da loro più adottata è quella di impiegare benchmark Sri, combinata a una gestione attiva. I fondi aperti continuano a rappresentare il maggiore veicolo finanziario nel mercato Sri italiano, coprendo il 41%, mentre quelli chiusi sono il 23%. Se gli investitori istituzionali mostrano quindi di sviluppare nel lungo termine parametri Esg, gli investitori retail giocano invece un ruolo marginale. I loro investimenti in fondi Sri rappresentano solo lo 0,26% del totale del patrimonio socialmente responsabile.

Senza standard comuni
Non esiste, però, un mercato omogeneo in Europa. Dallo studio è emerso chiaramente come il giudizio su cosa sia Sri sia variegato di paese in paese sulla base di un retaggio storico e culturale. Ancora non c’è una definizione unitaria. Per gli investitori, in particolare retail, questo tipo di investimento viene abbracciato se informati e sicuri di una trasparenza alla base del processo. Chi decide di sottoscrivere un investimento responsabile e sostenibile lo fa con consapevolezza, per ideali propri e obiettivi etici. Ecco che la crescita del settore dipende sì dalla domanda, come sostiene Marcello Calabrò, Global head of corporate and strategic marketing di Pioneer Investments, che spiega come le case di gestione debbano ascoltare gli investitori, accogliere il tipo di mandato e rendersi credibili nel settore e non solo su un singolo prodotto. Ma per la diffusione è importante anche l’informazione, che invece è ancora scarsa.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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