Etf, l’asso nella manica non è il costo

E’ la possibilità di acquistare un intero indice con un solo prodotto il motivo che spinge gli investitori individuali a scegliere i replicanti.

Sara Silano 16/07/2012 | 14:01
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Quale basso costo? Gli investitori scelgono gli Etf soprattutto perché permettono di acquistare un paniere di titoli con un solo strumento. E’ quanto emerge dalla seconda edizione della Morningstar Italy Etf survey ed è anche la principale novità rispetto alla prima condotta un anno fa (per vedere i risultati del precedente survey, clicca qui). Il sondaggio sfata anche un altro “mito”: il fatto che gli Etf siano quotati in Borsa come le azioni non è giudicato un fattore di grande rilevanza dagli investitori retail (lo è invece per quelli professionali).

Chi ha risposto
Il sondaggio è stato realizzato tra il 23 aprile e l’11 maggio e ha coinvolto 435 investitori, di cui 388 retail e 47 professionali (intermediari, gestori, analisti e ricercatori). Tra i primi, circa il 73% gestisce personalmente il suo patrimonio, mentre il 21,6% è assistito da un consulente finanziario. Tra i secondi, la quasi totalità adotta un approccio basato sull’asset allocation e destina meno del 20% del portafoglio agli Etf, facendone un uso prevalentemente tattico.

Questione di replica
I moniti delle autorità di vigilanza internazionali e il dibattito sulla rischiosità di questi strumenti, che ne è seguito negli ultimi dodici mesi, hanno lasciato il segno. La maggior parte degli intervistati (64%) attribuisce importanza alla differenza tra replica fisica (ossia basata su titoli) e sintetica (o swap-based) e mostra una preferenza per la prima. Su questo tema, però, gli investitori retail sembrano non avere le idee del tutto chiare. Infatti, non hanno piena consapevolezza del rischio di controparte (il 34% dice di non essere molto preoccupato per questo aspetto), che è, invece, il fattore critico in un Etf sintetico (così come in uno fisico che pratica il prestito titoli).

Obiettivo paese
Gli Etf sono utilizzati soprattutto per l’investimento azionario, in particolare per ottenere l’esposizione a singoli paesi (18% del retail e 19% degli istituzionali), mentre è contenuto l’impiego nel reddito fisso. Gli “strategici” (dividend Etf, minimum variance, ecc.) rimangono strumenti di nicchia. A differenza dei privati, i professionisti li usano in modo significativo anche per esporsi alle materie prime. Il peso degli Etf in portafoglio è contenuto e gli intervistati non effettuano negoziazioni frequenti, ma adottano prevalentemente una strategia buy&hold (acquisto e tengo in portafoglio).

Non solo Italia
Nonostante gli Etf siano quotati su più piazze finanziarie, gli investitori individuali mostrano una leggera preferenza per quella italiana. Altre opzioni vengono prese in considerazione se il replicante non è collocato sull’EtfPlus. Quasi la metà degli istituzionali, invece, è aperto a valutare indifferentemente altre piazze finanziarie.

Voglia di sapere di più
Tra coloro che non hanno mai investito in Etf, la maggior parte non esclude di farlo in futuro. Ad attrarre sono le caratteristiche di questi strumenti, in particolare la possibilità di acquistare un intero paniere di titoli e la liquidità intra-giornaliera. La ragione principale per cui gli intervistati non hanno ancora acquistato Etf è il desiderio di saperne di più (40%). Segue la preferenza per la gestione attiva.

I risultati del sondaggio italiano sono in linea con quelli del Regno Unito, dove in aprile è stato condotto un analogo survey. La differenza principale riguarda i costi, che per gli inglesi rappresentano il fattore discriminante più importante. Inoltre, in Gran Bretagna è maggiore la percezione del rischio che la controparte dello swap possa fallire nel caso degli Etf sintetici.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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