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Il mercato scommette sullo scudo anti-spread della Bce e i listini di Eurolandia chiudono in rialzo. Milano segna +2,19%. New York positiva.

Francesco Lavecchia 07/08/2012 | 16:51
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Apertura positiva per Wall Street che continua a guardare con soddisfazione ai dati trimestrali delle società americane. Dopo i miglioramenti registrati nel settore immobiliare, con la crescita dei prezzi delle case, e nel mercato del lavoro, con la lenta ma progressiva crescita dell’occupazione, i conti aziendali sono un ulteriore elemento a testimonianza della ripresa dell’economia Usa. Ciononostante, il mercato confida in un nuovo intervento della Federal Reserve per produrre quell’accelerazione che porterebbe ad un significativo calo della disoccupazione e quindi ad una risalita dei consumi. In difficoltà il comparto della salute dopo che la cordata formata da Johnson & Johnson, Pfizer ed Elan ha deciso di fermare le sperimentazioni di un nuovo farmaco contro l’Alzheimer. In rialzo, invece, i future sulle maggiori materie prime. A trarne beneficio sono i titoli del settore energetico e minerario.

Economia europea ancora in sofferenza 
Le Borse del Vecchio continente hanno chiuso tutte in rialzo. Dopo un avvio timoroso, in cui gli investitori sono stati frenati dai negativi dati economici di Italia e Germania, le speculazioni circa la possibilità di un imminente intervento della Banca centrale europea a sostegno della stabilità degli spread dei titoli di stato hanno avuto il merito di far calare in modo significativo i differenziali. Questo ha trascinato al rialzo i listini di Eurolandia, ed in particolare quelli di Milano e Madrid che hanno maggiormente beneficiato dei guadagni messi a segno dai bancari. Il quadro macroeconomico dei paesi dell’area euro non accenna a schiarire. La situazione dell’Italia si fa sempre più complicata. Nel secondo trimestre dell’anno il Pil del Belpaese ha registrato una contrazione del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Non sorride neanche la Germania. Nel mese di giungo, infatti, Berlino ha visto ridursi gli ordini di beni industriali dell’1,7%, il doppio rispetto a quanto previsto dalle stime. Sulla chiusura della Borsa di Londra, appena sopra la parità, ha inciso il tonfo della banca Standard Chartered (-16%), accusata dal Dipartimento dei servizi finanziari dello stato di New York di aver chiuso operazioni finanziarie con l’Iran, contravvenendo all’embargo degli Usa.  

A Piazza Affari salgono bancari e utility 
Piazza Affari ha concluso la seduta in testa ai listini europei, con il Ftse Mib che ha segnato +2,19% e il Ftse All Share a +1,95%. Nonostante il negativo risultato del comparto industriale, trainato al ribasso dai pessimi dati relativi agli ordinativi nel mese di giugno, gli indici milanesi hanno saputo riprendersi grazie alla spinta prodotta dai titoli bancari, con Unicredit e Banca Popolare Emilia Romagna in testa, e da quelli delle utility. Spicca il risultato di A2a, che ha chiuso la seduta in rialzo del 9,97%.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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