Il termometro dei listini mondiali segna un innalzamento della colonnina di mercurio. Nell’ultimo mese, l’indice Msci World (in euro) ha guadagnato il 2,9% (al 20 agosto). A portare una ventata di ottimismo sono state le dichiarazioni dei leader di alcuni grandi paesi europei e del presidente della Bce, Mario Draghi che si sono detti pronti a fare tutti i passi necessari per frenare il declino economico della regione ed evitare la rottura dell’unione monetaria. Gli operatori si aspettano che gli stati più in difficoltà ottengano gli aiuti finanziari concordati durante il meeting Ue di fine giugno. Per dare un’iniezione di liquidità la Banca centrale europea potrebbe anche riprendere l’acquisto di bond governativi e portare i tassi di interesse al di sotto della quota zero.
Gli emergenti guidano la crescita
Le maggiori economie emergenti mondiali hanno registrato un raffreddamento del tasso di crescita, ma continuano a viaggiare a un ritmo più sostenuto rispetto alle regioni più sviluppate. Nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione globale, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha scritto che le economie in via di sviluppo, nel loro insieme, quest’anno dovrebbero vedere un’espansione del 5,6%, che diventerà 5,9% nel 2013. Negli stessi periodi le zone più sviluppate dovrebbero registrare, rispettivamente +1,4% e +1,9%. “La bassa inflazione e una situazione fiscale più bilanciata dovrebbero permettere ai paesi emergenti di adottare misure per dare un’ulteriore spinta alla congiuntura”, spiega un report di Thomas White International. “Tuttavia ci sono stati, come l’India, dove i prezzi al consumo restano alti e che, quindi, avranno spazi di manovra più limitati”.
Gli occhi degli operatori, in ogni caso, resteranno puntati sugli Stati Uniti su cui sono tornate a concentrarsi le speranze che aleggiavano già a inizio anno, quando la prima economia mondiale era considerata la locomotiva che avrebbe guidato il mondo fuori dalla crisi. La crescita del Pil nel secondo trimestre dell’anno è stata al di sotto di quella del periodo gennaio-marzo anche se è risultata un po’ sopra le attese degli economisti. L’altro elemento che verrà tenuto sotto la lente è quello dell’attività manifatturiera globale. Gli ultimi risultati sono stati contrastanti, con un calo nella zona euro e in Giappone, a cui ha fatto da contrappunto una ripresa in alcune zone emergenti, come Indonesia e Russia.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.