Nel giugno 2012 la Banca popolare cinese ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, l’ultima volta era successo nel dicembre 2008, quando il mondo era alle prese con la crisi finanziaria globale. Meno di un mese dopo, i tassi sono stati abbassati di nuovo. Queste mosse hanno sollevato nuove preoccupazioni sulla tanto decantata storia di crescita cinese. Il Pil della Cina è balzato a un tasso annualizzato del 7,4% nel secondo trimestre del 2012, ancora robusto su base assoluta, ma meno di quanto avvenuto in passato.
Inoltre, c’è stato un crollo della bilancia commerciale. Il valore a luglio si è attestato a 25,15 miliardi di dollari, contro i 31,72 miliardi del mese precedente e contro le attese che erano per un rialzo a 35,05 miliardi. Le esportazioni sono aumentate dell’1% rispetto al +11,3% di giugno. Le importazioni sono salite del 4,7%, contro il precedente +6,3%, e ben al di sotto delle attese. Si tratta dei risultati peggiori dal 2009. La colpa è principalmente della crisi europea. Le esportazioni verso il Vecchio continente sono crollate del 16,2% rispetto a giugno, mentre sono rimaste praticamente invariate quelle dirette negli Stati Uniti.
È scesa, intanto, anche l’inflazione. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, il dato registrato nello scorso mese è dell’1,8%, rispetto al 2,25% di giugno, su base annua. Il costo della vita è il più basso da febbraio 2010. Anche l’indice dei prezzi alla produzione è sceso a luglio, arrivando al 2,9%. A questo punto gli operatori non escludono che possa esserci un’ulteriore operazione di taglio dei tassi da parte della Banca popolare cinese con l’obiettivo di dare nuova linfa alla crescita.
L’indice
Il Ftse China 25 è un indice basato sulla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante e raggruppa i 25 titoli principali scambiati presso la Borsa di Hong Kong. È composto da azioni di tipo H e da Red chip. Le H-share sono titoli costituiti nella Repubblica popolare cinese (Rpc) e quotati a Hong Kong. A differenza delle azioni A, non vi sono limitazioni per gli investitori stranieri. Le Red chip sono invece società costituite al di fuori della Repubblica popolare cinese, ma con almeno la metà delle vendite provenienti dalla Cina continentale e almeno il 30% delle proprie azioni detenute da soggetti cinesi del continente.
I titoli sono selezionati in base alla liquidità e rappresentano le più grandi società in Borsa. L’indice viene rivisto trimestralmente e le modifiche apportate in base alle esigenze. Il settore finanziario costituisce di gran lunga il più grande dell’indice e rappresenta il 54,3% alla fine di giugno. Altre ponderazioni settoriali significative includono i titoli energetici al 22,8%, le telecomunicazioni al 18%. I titoli più pesanti del benchmark sono China Mobile, China Construction Bank e l’Industrial and Commercial Bank of China, rispettivamente con il 10,6%, l’8,7% e il 7,8%.
iShares FTSE China 25
Il fondo utilizza la replica fisica completa per cercare di catturare la performance del benchmark. Possiede, per quanto possibile, tutte le azioni dell’indice, con gli stessi pesi. In alcune circostanze può inoltre utilizzare derivati per raggiungere i suoi obiettivi. Il fondo è domiciliato in Irlanda e ha il dollaro come valuta di base. A fine giugno ha un patrimonio di circa 860 milioni dollari.
La liquidità derivante dai dividendi delle azioni sottostanti viene trattenuta nel fondo fino al momento della distribuzione, che avviene su base trimestrale. Questa pratica può potenzialmente creare una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista, visto che i dividendi non vengono reinvestiti nel fondo. Vale però anche il contrario.
Il fondo effettua operazioni di prestito titoli. Secondo iShares, nei 12 mesi terminanti il 31 marzo 2012 quasi il 20% del portafoglio è stato ceduto in prestito, in media, e l'attività ha aggiunto 7 punti base di rendimento netto al fondo. iShares sostiene di tenere il 40% delle entrate derivanti dal prestito titoli per sé, per pagare i costi associati. Il 60% delle entrate, invece, viene girata al fondo. Prima di ottobre 2010, la divisione era di 50/50.
Le commissioni in carico agli aderenti, espresse dall’indice Ter, sono pari allo 0,74%, superiori alla media dei concorrenti.
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db x-trackers FTSE China 25
L’Etf utilizza la replica sintetica. Invece di detenere i titoli effettivi nell’indice, come in un Etf a replica fisica, il fondo stipula un contratto con un emittente di swap (in questo caso la controparte del fondo è Deutsche Bank) che consegna il rendimento dell’indice (meno una commissione) in cambio del rendimento del paniere collaterale, che viene costodito da un depositario, in questo caso State Street Bank Luxembourg. Il paniere viene prezzato ogni giorno. Secondo il prospetto informativo il fondo non può avere un’esposizione al rischio di controparte superiore al 10%, cioè il collaterale deve sempre valere almeno il 90% del fondo (a giugno 2012 il suo valore è pari al 124%).
Questo replicante non distribuisce dividendi (vengono reinvestiti direttamente). Anche se è permesso farlo, non è al momento intenzione dell’emittente impegnarsi in qualsiasi attività di prestito titoli con gli asset del fondo. L’Etf ha un patrimonio di circa 240 milioni di dollari.
Le commissioni totali, sono pari a 65 punti base.
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