Nel 2012, gli Exchange traded fund sono stati al centro della scena. In un periodo di incertezza e sfiducia, infatti, i replicanti sono stati capaci di guadagnarsi sempre più spazio all’interno dei portafoglio degli investitori. Eppure, come sempre, la scelta del prodotto rimane fondamentale, soprattutto se si conta che nel 2012, tra il miglior Etf e il peggiore (in termini di rendimento su Borsa Italiana, esclusi i replicanti strutturati) ci sono quasi 125 punti percentuali di differenza.
Al contrario di quanto avvenuto nel 2011, nell’anno appena trascorso a regalare le migliori soddifazioni ci hanno pensato i replicanti azionari, in particolar modo quelli dedicati ai mercati emergenti minori, come la Turchia e la Thailandia, o a settori come quello assicurativo europeo. Al contrario, tra i peggiori si trovano molti fondi dedicati alle materie prime, sia agricole che energetiche.
Ma quali sono stati, per gli investitori italiani, i replicanti che hanno dato i migliori rendimenti? E i peggiori?
Dati in euro calcolati sui prezzi di Borsa Italiana al lordo dell’imposta sul Capital gain
Fonte: Morningstar Direct
Le due tabelle prendono in considerazione gli Etf quotati a Piazza Affari, con l’esclusione dei prodotti strutturari, ovvero quelli a leva (cioè i replicanti che forniscono un multiplo della performance dell’indice) o short (ovvero quelli che forniscono la performance opposta a quella del benchmark).
Da segnalare che il peggior Etf del 2012 (per il mercato italiano) è dedicato a un’asset class alternativa come la volatilità, prova del fatto che bisogna sempre valutare attentamente come utlizzare questi strumenti più complessi.
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