I motori dell’Asia non viaggiano alla stessa velocità. Nel complesso, però, la regione continua ad entrare nei portafogli degli investitori internazionali. L’indice Msci Asia exJapannell’ultimo mese (fino al 14 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato l’0,91%. Nel 2012 ha segnato +20,4% (rispetto al -14,5% dell’anno precedente). Ma mentre la Cina, anche se a passo ridotto, procede sulla strada della crescita, l’India pare avere qualche problema di carburazione.
La Cina va
L’espansione dell’attività manifatturiera della Tigre asiatica a dicembre è rimasta stabile rispetto al mese precedente, con l’indice Pmi dei direttori degli acquisti compilata dalla Federazione cinese di logistica e acquisti (Cflp), organismo vicino al governo, rimasto invariato a 50,6 punti. L’indice, anche se sotto le attese degli economisti (51 punti), resta quindi per il terzo mese consecutivo sopra la soglia dei 50 punti, che divide un’economia in recessione da una in espansione. Hsbc che calcola un proprio indice Pmi, ha indicato un valore di 51,5 punti per le attività manifatturiere cinesi di dicembre, segnando la più forte espansione in 19 mesi.
L’attivo commerciale in Cina è balzato del 48,1% l’anno scorso a 231,1 miliardi di dollari, mentre il volume del commercio estero è cresciuto a un ritmo molto più lento degli anni precedenti. Secondo l’Ufficio delle dogane cinese, l’export è aumentato del 7,9% a 2.050 miliardi e l’import del 4,3% a circa 1.820 miliardi. Il volume del commercio estero del paese è salito del 6,2%, sotto il target del 10% fissato dal Governo di Pechino a inizio 2012. Nel 2011 le esportazioni cinesi erano salite del 20,3% e le importazioni del 24,9%.
L’India frena
L’India, intanto, ha rivisto al ribasso la previsione di crescita per l’anno in corso, puntando a un’espansione del Prodotto interno lordo (Pil) sotto il 6%. Nel rapporto pubblicato dal Ministero delle finanze, il Pil dovrebbe crescere nell’esercizio 2012-2013 (che si chiuderà a marzo) del 5,7-5,9%. Si tratterebbe del tasso di crescita più basso nell’ultimo decennio. Nell’esercizio precedente l’India aveva registrato un aumento del Pil del 6,5%.
Il ministro delle Finanze indiano, Palaniappan Chidambaram, in carica da luglio, però confida ancora nella possibilità di riforme strutturali che possano cambiare la situazione, e ha presentato un nuovo piano di stimolo economico. “Questo ci rimetterà sul sentiero della crescita”, ha spiegato il ministro. “Abbiamo le potenzialità per tornare e andare oltre l’8%”. La produzione industriale, intanto, è scesa dello 0,1% annuale a novembre, a fronte del +8,3% di ottobre. La produzione manifatturiera, che pesa per tre quarti del totale, è salita dello 0,3%, mentre quella di equipaggiamento per impianti industriali è arretrata del 7,7%.
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