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Etf, la stagione dei matrimoni

BlackRock acquisisce il ramo dei replicanti di Credit Suisse. E’ l’inizio della fase di consolidamento di un’industria troppo frammentata.

Sara Silano 21/01/2013 | 14:37
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L’acquisto del ramo Etf di Credit Suisse da parte di BlackRock ha ufficialmente aperto la stagione del consolidamento dell’industria europea degli Exchange traded fund. Gli esperti leggono l’operazione come un modo per rafforzare la leadership di iShares in Europa e non solo in Svizzera.

Troppi Etf
Come spiega Gorden Rose, analista di Morningstar, è possibile che BlackRock voglia contrastare la crescente competizione di concorrenti del calibro di Spdr e Vanguard, sempre più agguerriti nel Vecchio continente. I processi di consolidamento potrebbero continuare, dal momento che l’industria europea è molto frammentata, a differenza di quella americana. Morningstar censisce circa 2 mila prodotti in Europa contro i 1.447 statunitensi. Una differenza che è ancora più accentuata dal fatto che da questa parte dell’oceano il patrimonio gestito è di 266 miliardi di euro (354 miliardi in dollari) mentre negli Usa è di 1.348 miliardi di dollari. Un altro dato da considerare riguarda i listini di quotazione, che sono oltre venti in Europa (3 negli Stati Uniti).

Un mercato per pochi
Per Rose, l’operazione di BlackRock è solo l’inizio e altre ne seguiranno. D’altra parte, a dispetto della quantità di Etf disponibili, il mercato appare molto concentrato. iShares detiene circa il 40%, seguito da db x-trackers (13%) e Lyxor (11%, dati Morningstar al 31 dicembre 2012). Da questo punto di vista, il mercato europeo non differisce da quello americano che vede ai primi posti iShares, State Street Global Advisors e Vanguard, ben staccati dagli altri provider. Secondo gli esperti, il numero di fondi indicizzati è destinato a scendere per effetto del consolidamento. Nel caso di BlackRock-Credit Suisse si nota una sovrapposizione tra le due gamme.

Prezzi, la guerra continua
La battaglia tra i provider si gioca anche su altri fronti, primo fra tutti quello dei tagli delle commissioni. La “guerra dei prezzi” si è estesa dai replicanti più comuni a quelli specializzati, dopo che iShares ha lanciato una gamma di fondi minimum volatility, che seguono l’andamento di un paniere di titoli con bassa volatilità dei rendimenti, con un profilo commissionale più economico di quelli di Ossiam, società di gestione specializzata in tali tipi di strategie.

Negli Stati Uniti, la corsa al ribasso delle commissioni è “vecchia” quanto gli Etf ed è determinata da due fattori: la competizione e le economie di scala (la crescita degli asset di un fondo permette di ribassare i costi). In Europa, per il momento, sembra essere la concorrenza il principale motore dei tagli. Ma non tutti possono permetterselo. Fusioni ed acquisizioni, ma anche chiusure di gamme di prodotti, sono appena cominciati.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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