La nuova idea di Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, si chiama Graph Search, un motore di ricerca con il quale cercherà di lanciare la sfida al colosso Google. Con esso gli utenti potranno utilizzare il social network legando la consueta ricerca su Internet alla loro rete di contatti. Se siamo interessati ad un bad&breakfast a Londra, ad esempio, potremmo scegliere tra quelli consigliati dai nostri amici, e sarà inoltre possibile applicare dei filtri selezionando solo quelli segnalati dai nostri contatti più stretti, in modo da poter legger i loro giudizi. Il nostro parere sulla nuova iniziativa di Zuckergerg è sostanzialemente positivo. Graph Search, infatti, rappresenta il primo significativo passo in avanti di Facebook verso il pieno sfruttamento commerciale del suo enorme database di dati personali in quanto garantirà agli inserzionisti pubblicitari una migliore, anche se non perfetta, misurabilità del ritorno economico del loro investimento su Facebook. I nostri analisti stimano che l’introduzione di questa nuova funzionalità potrebbe fruttare alla società americana un introito aggiuntivo di circa 100 milioni di dollari, contribuendo a ridurre la volatilità del fatturato dell’azienda americana. Graph Search, però, non rischia di intaccare la posizione dominante di Google.
Obiettivo 40 miliardi di dollari
La qualità della ricerca su Internet è considerata soddisfacente dalla maggior parte degli utenti, ecco perché le innovazioni di questo tipo possono solo contribuire ad arricchire l’offerta ma non a cambiare le abitudini degli internauti che negli ultimi anni hanno scelto Google come il loro motore di ricerca. Questa nuova iniziativa rafforza la nostra convinzione che con il passare degli anni Facebook possa consolidare il suo modello di business, ma non modifica la nostra stima del prezzo obiettivo del titolo, che resta fermo a 32 dollari per azione. Questo vale alla società americana un rating di tre stelle, ovvero una raccomandazione di mantenere la posizione sul titolo. L’handicap della società americana resta quello della misurabilità del ritorno dell’investimento da parte dei sui inserzionisti pubblicitari e questo è causa dell’andamento volatile dei suoi ricavi. Facebook, comunque, continua a collezionare una mole incredibile di dati personali e i nostri analisti scommettono che la società americana possa essere in grado in futuro di tradurli in utili. Nei prossimi dieci anni, infatti, Facebook dovrebbe raggiungere la sua maturità toccando i 40 miliardi di dollari di fatturato e un margine operativo del 32%.
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