Con il recepimento della direttiva comunitaria, il mercato europeo intende compiere ulteriori passi nella direzione di maggiore concorrenza e trasparenza. Per ora, però, poco è cambiato.
Le novità introdotte sono numerose, ma possono essere raccolte sotto un unico denominatore comune: aumentare l'integrazione del mercato europeo e, allo stesso tempo, la protezione degli investitori. In particolare, è stata facilitata la gestione di fondi in un paese diverso da quello di insediamento, stimolando così un'organizzazione più snella delle società di investimento. Inoltre, sono previste nuove regole per le fusioni transfrontaliere e nuove strutture (master-feeder), che mirano a migliorare l'efficienza dei fondi distribuiti. Infine, tra le nuove regole di condotta delle sgr, è previsto un nuovo documento sintetico da consegnare agli investitori, il Key investor information document (Kiid), noto anche come Informazioni chiave per gli investitori.
Andando a vedere come queste misure hanno inciso ad oggi sull’industria dei fondi, osserviamo che gli effetti sono ancora limitati. Uno degli obiettivi, quello di avere fondi più grandi, efficienti, che godono di elevate economie di scala, è ancora lontano. I numeri ci ricordano che la frammentazione del mercato europeo, e così anche di quello italiano, è piuttosto elevata. A dicembre 2012, Morningstar censisce oltre 30.000 fondi domiciliati in Europa, nei quali confluiscono circa 5.000 miliardi di euro di risparmio gestito; negli Stati Uniti, a fronte di poco più di 7.000 fondi, il patrimonio gestito è di oltre 7.000 miliardi di euro. La maggiore frammentazione del mercato europeo e italiano si riflette anche sul livello dei costi, come segnalato dalla ricerca Morningstar Global Fund Investor Experience.
In Europa, abbiamo ancora pochi casi di società che sfruttano le possibilità offerte dalla struttura master-feeder. Tuttavia, negli ultimi mesi si registra un maggior interesse da parte delle case di gestione e questo processo vedrà verosimilmente un’evoluzione. In effetti, il tempo passato dal recepimento della nuova direttiva è ancora limitato, mentre i progressi da fare sono molti.
Di sicuro, un maggiore impatto, visibile da parte di tutti, proviene dalla pubblicazione, resa obbligatoria in Italia da luglio 2012, del documento Informazioni chiave per gli investitori (o Kiid). Attraverso quest'ultimo, si intende migliorare la qualità della comunicazione e la trasparenza delle informazioni.
Il Kiid si presenta con formato e contenuti standardizzati (identificativo del fondo, i dettagli sugli obiettivi e la politica di investimento, il profilo di rischio/rendimento, i costi, le performance e le informazioni operative). Si tratta di informazioni di base che andranno opportunamente integrate con ulteriori dati e ricerche. Per fare un esempio, il nuovo documento d'offerta non indica il ruolo che un particolare fondo dovrebbe avere all'interno di un portafoglio; questa informazione, invece, è preziosa per poter comprendere come assemblare diversi strumenti di investimento, in modo da cogliere i benefici della diversificazione.
Un ulteriore aspetto che richiede la piena comprensione da parte dei sottoscrittori è l'indicatore sintetico di rischio/rendimento (Srri), presente nei nuovi documenti d'offerta. Tale indicatore, che prevede una scala di sette possibili giudizi (da 1, poco rischioso, a 7, molto rischioso), si basa sulla volatilità di un fondo negli ultimi cinque anni. Come per tutte le misure sintetiche, è opportuno considerare che alcune informazioni non vengono catturate da questo indicatore, come peraltro è stato confermato anche dalle ricerche di Morningstar o di Efama, l'associazione europea delle società di gestione. Ad esempio, tale indicatore non consente di soppesare i diversi fattori di rischio a cui è esposto un fondo, aspetto invece importante ai fini delle scelte di asset allocation.
Per concludere, con il recepimento della nuova direttiva comunitaria, l'industria dei fondi ha la possibilità di offrire maggiore efficienza e trasparenza. Tuttavia, anche i risparmiatori e i loro consulenti finanziari hanno i loro doveri: informarsi, conoscere meglio il significato degli strumenti a disposizione e, più in generale, far crescere la propria cultura finanziaria. Queste sono le condizioni per una migliore esperienza di investimento.
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