Secondo i dati Morningstar, l’industria degli Exchange traded product (Etp, acronomico che riunisce Etf, Etc ed Etn) ha registrato nel 2012 una crescita globale degli asset gestiti del 27,7%, che a fine anno sono pari a 1.920 miliardi di dollari. Il patrimonio investito in prodotti a reddito fisso conta quasi per il 20%, circa il doppio di quanto pesava due anni fa. Detto questo, l’asset class dominante resta l’azionario, a cui è dedicato il 70% del patrimonio totale.
Nel 2012, la raccolta netta dei replicanti mondiali è stata pari a 249 miliardi di dollari, il 53% in più rispetto al 2011. Il mercato Usa fa ancora la parte del leone, dato che il 77% dei flussi in entrata hanno riguardato Etp quotati negli Stati Uniti.
Consolidamento europeo
Il mercato europeo, dal canto suo, ha aumentato il patrimonio del 22,2%. “Il balzo è imputabile al 50% alla raccolta in entrata e al 50% all’andamento del mercato, mentre a livello globale il rapporto è 60/40”, afferma José Garcia Zarate, analista Etf di Morningstar. “A conferma del sempre maggior interesse verso questi strumenti, il mercato del Vecchio continente è più che triplicato negli ultimi cinque anni”.
In Europa, le asset class più ricercate sono state i metalli preziosi (l’oro in primis) e i corporate bond, soprattutto high yield. Al contrario di quanto avvenuto nel 2011, invece, gli strumenti dedicati ad un singolo paese hanno visto un minore interesse (vedi tabella).
L’anno passato sono stati lanciati in Europa 194 nuovi replicanti, un numero inferiore rispetto a quello degli anni passati. Inoltre, 57 Etp sono stati chiusi, conto una media di 20-25 chiusure negli ultimi anni. A fine 2012 il numero degli strumenti quotati nel Vecchio continente è pari a 1.716. “È in atto una sorta di consolidamento dell’industria dei replicanti in Europa”, commenta Garcia Zarate, “una tendenza che accogliamo con piacere, specialmente in un mercato con troppi strumenti quotati come quello europeo”.
Il fisico che piace
Un altro aspetto interessante che risalta dai dati Morningstar è che l’81% dei flussi in entrata nel 2012 in Europa ha riguardato replicanti fisici. La quota di mercato dei replicanti sintetici è a fine anno pari al 35%, contro il 45% di fine 2010. “Le linee guida dell’Esma non hanno fatto discriminazioni tra Etp sintetici e fisici, quindi non penso sia questa la causa”, afferma l’analista. “Gli strumenti fisici sono molto più semplici e forse anche più comprensibili per gli investitori e questo ha contato”. Non è comunque un caso che due emittenti specializzati in Etf swap-based, come Lyxor e db x-trackers, abbiano lanciato alcuni replicanti a replica fisica nel corso dell’anno.
Nel 2013 più specializzazione
“Ci attendiamo un’ulteriore crescita delle attività europee investite in Etp negli anni a venire, specialmente se contiamo che gli asset dedicati ai replicanti sono ancora meno del 5% del mercato europeo dei fondi”, commenta Garcia Zarate. “Dal punto di vista dei prodotti, ci aspettiamo una sempre maggior specializzazione in segmenti ben precisi: smart-beta (ovvero indici che replicano strategie adottate da gestori attivi), Etp quasi attivi, fondi di Etp, e via dicendo. Inoltre, pensiamo che gli emittenti cercheranno di accrescere le attività di marketing e anche di education per attirare nuovi clienti”.
Secondo l’analista Morningstar, se la domanda di replicanti sintetici dovesse continuare a scendere, questo potrebbe portare a una revisione del modello di business degli emittenti specializzati in prodotti swap-based, il che potrebbe avere ripercussioni sul numero di emittenti del mercato.
Infine, in un’ottica di consolidamento del mercato, i piccoli emittenti potrebbero diventare dei possibili obiettivi di acquisizione da parte degli attori più importanti, così da puntare su economie di scala. Detto ciò, il campo su cui si giocherà davvero la partita sarà il taglio delle commisioni, trend già in atto da diversi mesi.
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