Il nuovo anno si apre con una prevalenza di fondi messi sotto esame dagli analisti di Morningstar. Tre fondi invece hanno concluso l'iter di valutazione e si aggiudicano due neutral e un bronze. All'universo dei fondi sottoposti al rating qualitativo se ne aggiunge uno, che entra attestandosi rating Bronze che significa che i suoi punti di forza superano quelli deboli.
Un altro, al contrario, viene penalizzato, scendendo da Bronze a Neutral, motivo di alcune incongruenze e carenze e che portano gli analisti a rimanere più cauti e a fare un passo indietro.
Guardiamo, oggi, i fondi che sono in stand by, in attesa di un nuovo giudizio aggiornato sulla base dei loro fondamentali. Sono cinque quelli del mese di gennaio. Eccoli:
BNP Paribas L1 OBAM Equity World Classic Cap
Rating precedente: Neutral
Il fondo, lanciato nel 2004, dopo il 2009 ha ricoperto modeste performance posizionandosi negli ultimi percentili di categoria e il suo rating qualitativo neutral ha mostrato sinora la cautela degli analisti. Il comparto è un azionario internazionale che mira a perseguire la crescita del capitale in un'ottica di medio termine. Esso investe almeno due/terzi dei suoi attivi in azioni o titoli assimilati di società globali large cap, dai fondamentali solidi. In parte residua può invece essere investita anche in qualsiasi altro valore mobiliare, monetario, derivati o liquidità purchè gli investimenti in titoli di credito di qualsiasi natura non superino il 15% degli attivi e nel limite del 10% in altri Oicr o Oic.
Schroder ISF EURO Gov Bond A Acc
Schroder ISF EURO Gov Bond C Inc
Rating precedente: Neutral
Con l'uscita dal team di gestione di David Scammell, il rating delle due classi del fondo vengono riviste. Ora il nuovo gestore è Thomas Sartain. La cautela dell'analista Morningstar è dovuta anche al fatto che l'ampio team fixed income di Schroder ha subito in questi ultimi anni diversi cambiamenti e si vuole monitorare l'impatto sulle strategie individuali. Il comparto si posiziona come un fondo conservativo sui titoli di stato europei. Fino al dicembre 2008 il fondo ha avuto il 30-40% dei suoi attivi investiti in titoli di credito e il suo benchmaerk era l'indice Citigroup european WGBI, che include anche l'esposizione non coperta ai gilt britannici. A fine 2008 invece il mandato è stato rafforzato per concentrarsi solo sui bond governativi europei e il benchmark è cambiato (BofAML Emu direct government index). Nel 2009 non ha raggiunto l'indice, mentre nel 2010 e 2011 lo ha sovraperformato per la gestione attiva verso alcuni asset di paesi europei periferici che hanno più che compensato l'impatto negativo dei gilt inglesi di breve duration. Il fondo nel 2012 è stato di nuovo indietro rispetto l'indice, ma davanti alla media di categoria.
Schroder ISF Global Inflation Linked Bond A
Schroder ISF Global Inflation Linked Bond C USD Hedged Acc
Rating precedente: Neutral
La ragione della revisione è anche per queste due classi del fondo è legata ai cambiamenti del team di gestione fixed income degli ultimi tempi. Molte uscite e cambi di poltrone, ma rassicurano gli sforzi significativi di assumere nomi competenti nella seconda metà del 2011 e all'inizio del 2012, in particolare con la nomina di Bob Jolly nel team. I due fondi sono oggi co-gestiti da Bahra e Bourgoin. Essi hanno contribuito a migliorare il processo di investimento che resta comunque ancorato al modello classico degli obbligazionari, investendo in asset class per ogni branca del mercato fixed income. In più si è sviluppato un modello specifico per i mercati legati all'inflazione cercando di identificare quei fattori che tipicamente guidano gli asset e di classificare di conseguenza i paesi. Le prestazioni sono però state piuttosto deludenti con un ritardo rispetto al benchmark dall'ottobre 2010 al maggio 2012. Le cautele quindi riguardano la capacità del team di capovolgere il profilo di rendimento e mantenerlo nel tempo.
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