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Morningstar studia l’efficienza degli Etf

Un nuovo report analizza gli indicatori più comuni. Elaborato un nuovo metodo di misurazione, l’Estimated holding cost.

Sara Silano 08/02/2013 | 12:19
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Da quest’anno è previsto dalla normativa europea che gli emittenti di Etf (e più in generale di fondi indicizzati) forniscano le stime su tracking error (volatilità degli scostamenti di rendimento tra il fondo e il benchmark) e tracking difference (differenza in termini assoluti tra il rendimento del fondo e quello dell’indice di riferimento). Devono inoltre spiegare eventuali incongruità tra le loro stime e le performance realmente ottenute.

Lo studio Morningstar
Morningstar ha esaminato i fattori che influenzano questi due indicatori, in uno studio dal titolo On the Right Track: Measuring Tracking Efficiency in ETFs, nel quale ha applicato questi misuratori a 65 prodotti replicanti indici molto comuni.

Complessivamente, gli Etf sono promossi in termini di contenimento del tracking error. Inoltre, il metodo sintetico produce in genere risultati migliori rispetto a quello fisico. Tuttavia, non è netta la relazione tra metodologie di indicizzazione e tracking difference.

Non solo Ter
Gli analisti, guidati da Hortense Bioy, hanno scoperto che il Ter (indice sintetico di spesa) è il fattore più prevedibile e facilmente quantificabile che influenza la performance relativa di un Etf rispetto al benchmark, ma non è l’unico e spesso neppure il più importante. Tra gli altri figurano i ricavi da prestito titoli, il cash drag (liquidità momentanea in portafoglio), la tassazione, i costi del ribilanciamento per gli Etf fisici e quelli dello swap per i sintetici.

Contrariamente al pensiero comune, non c’è una forte relazione tra tracking error e tracking difference. Nello studio, Morningstar presenta un nuovo indicatore, che cerca di dare una misurazione più puntuale. Si tratta dell’Estimated holding cost, che si basa su un ampio set di dati di rendimento e la loro elaborazione attraverso la media geometrica anziché quella artimetica, cosicché i risultati sono più affidabili. In ogni caso, la valutazione di un Etf richiede l’analisi di altri fattori, quali i costi di negoziazione, lo spread (differenziale) tra prezzo di acquisto e vendita, il confronto tra il prezzo di mercato e il Nav (valore della quota), il rischio di controparte e la tassazione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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