Non potendo contare sui numeri del passato il Giappone si affida alle promesse del governo. L’indice Msci del Sol levante nell’ultimo mese (fino all’8 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato l’1%, portando a +2,5% la performance dai primi di gennaio.
Una performance giustificata più dalle attese di ripresa economica che non dall’attuale stato di salute dell’Arcipelago. L’attivo corrente, ad esempio, si è dimezzato nel 2012 scivolando ai minimi dalla nascita del dato, (il 1985), a seguito di un calo dell’export e di un aumento dell’import di energia. Il ministero delle Finanze nipponico ha precisato che l’indicatore è sceso del 50,8% l’anno scorso verso il 2011, a 4.703,6 miliardi di yen (circa 45 miliardi di euro) a causa in particolare del peggioramento del deficit commerciale che, a sua volta, è diminuito di quasi tre volte rispetto allo stesso periodo del 2011 per il calo del 2,1% dell’export legato alla crisi del debito in Europa, alla debolezza dell’economia mondiale e al rincaro dello yen. Le importazioni sono invece aumentate del 4,5% a causa degli acquisti di gas e petrolio da parte delle società attive nel settore dell’energia per compensare il quasi totale arresto dell’attività dei 50 reattori nucleari del paese a seguito dell’incidente che ha coinvolto la centrale di Fukushima.
La scommessa di Abe
Il Governo giapponese guidato dal premier Shinzo Abe, intanto, ha rivisto in rialzo le stime di crescita del Pil (Prodotto interno lordo) nell’esercizio a fine marzo 2014 al 2,5% da un precedente +1,7%. Nell’esercizio a fine marzo 2013 il Pil è atteso in crescita dell’1% dopo essere salito dello 0,3% nel precedente. A sostenere l’espansione dell’economia secondo l’esecutivo sarà un miglioramento della domanda interna a seguito del massiccio piano di rilancio previsto dal nuovo Governo. Anche le recenti decisioni della Banca del Giappone (BoJ), in direzione di una politica monetaria più accomodante con un target di inflazione al 2%, sono considerate un sostegno per la congiuntura del Paese. Il Governo ha rilevato che “il rialzo eccessivo dello yen si sta correggendo”, il che ha effetti positivi sulle imprese che fanno affari con l’estero. L’Ufficio dell’esecutivo nipponico ha anche stimato un aumento dello 0,5% dei prezzi al consumo nel 2013/2014 rispetto a una flessione dello 0,1% sia nell’esercizio a fine marzo 2013 sia in quello a fine marzo 2012. Il tasso di disoccupazione è previsto al 3,9% nel 2013-2014 (dal 4,2% nel 2012-2013), mentre per la produzione industriale viene stimato un +3,4% dopo -2,9%.
Il governatore della Bank of Japan, Masaaki Shirakawa, nel frattempo, ha annunciato che lascerà il suo incarico il 19 marzo, poche settimane prima della scadenza naturale del suo mandato di aprile. Ora tocca al neo premier Abe, il quale vorrebbe un candidato in linea con la nuova – e più aggressiva – politica monetaria.
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