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Finmeccanica non arresta i fondi

Gli strumenti venduti in Italia che hanno in portafoglio i titoli del gruppo finito nella bufera sono pochi. E le partecipazioni incideranno poco sul rendimento dei prodotti. 

Marco Caprotti 14/02/2013 | 16:13 Francesco Lavecchia
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I gestori, per ora, possono leggere le pagine di cronaca giudiziaria con una certa tranquillità. L’arresto dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, per corruzione (nell’ambito della vendita di alcuni elicotteri all’India) e il conseguente crollo del titolo, infatti, non avranno un grande impatto sui fondi di investimento.

Secondo i dati elaborati da Morningstar, infatti, sono pochi gli strumenti venduti in Italia che hanno quote del colosso industriale italiano. Le partecipazioni, inoltre, non sono così alte da poter condizionare più di tanto l’andamento dei portafogli. Segno che le indecisioni sulla cessione della controllata Ansaldo Energia, per la quale nessuno si è fatto seriamente avanti e più in generale i dubbi di mercato sulla ristrutturazione del gruppo avevano suggerito ai money manager di non riempirsi la pancia col titolo.

I dubbi su Finmeccanica
Nel frattempo il mercato cerca di capire quale sarà il futuro. Giuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia, dagli analisti è visto come il più adatto per essere il ceo del gruppo del settore difesa dopo una fase di transizione grazie alla sua conoscenza dell’azienda. Questo però non basterà a riportare la calma sul titolo. Alessandro Pansa, già consigliere e direttore generale, è stato nominato amministratore delegato di Finmeccanica, prendendo tutte le deleghe fino ad oggi in capo a Orsi. E’ stata convocata, intanto, l’assemblea degli azionisti per il 2 e il 15 aprile, rispettivamente in prima e in seconda convocazione, al fine di reintegrare la composizione del consiglio.

Le incertezze in cui sia il management a interim che il prossimo si troveranno a navigare e di cui gli operatori stanno già discutendo sono sostanzialmente tre: il ritardo nella cessione di Ansaldo Energia, la possibile cancellazione di ordini e la capacità di competere del gruppo, sia a livello nazionale che internazionale. Il nuovo amministratore delegato potrebbe decidere di sospendere il processo di dismissioni, aumentando così il bisogno di un aumento di capitale. C’è poi il fronte indiano. L’ordine di 12 elicotteri da 750 milioni di dollari alla base dell’arresto di Orsi è stato cancellato e ora Finmeccanica potrebbe essere inserita nella lista nera di quelle società con cui non bisogna fare affari. Le mosse del governo indiano possono colpire pesantemente il gruppo italiano, visto che l’India è uno dei più grandi importatori di attrezzature militari con un budget stimato di circa 30 miliardi di dollari l’anno. Inoltre, le possibili ritorsioni di Nuova Delhi potrebbero innescare la svalutazione del contratto vinto nel 2010, con un impatto potenziale che, secondo alcune analisi, potrebbe essere di circa un euro per azione sul prezzo del titolo. C’è anche chi ipotizza che, in caso di condanna, il gruppo rischi la sanzione interdittiva (non poter partecipare alle gare pubbliche del governo italiano): uno scenario pericoloso, visto che il 30% del fatturato dell’azienda è generato nella Penisola.

La spazzatura si avvicina
C’è poi la questione legata alle obbligazioni di Finmeccanica. L’arresto di Orsi rischia di far uscire i bond del gruppo dagli indici Iboxx investment grade e farli entrare in quello junk (spazzatura). Fitch ha già annunciato di aver messo il debito di lungo termine (BBB-) e quello di breve (F3) sotto osservazione con outlook negativo. “La decisione riflette la visione che l’arresto di Orsi aumenti il rischio di un disfacimento della strategia e della quotidiana conduzione aziendale, nonché un ritardo nel piano di cessione degli asset, che rimane vitale affinché il gruppo mantenga l’attuale rating”, spiega un comunicato della società di analisi che deciderà sul da farsi entro sei mesi. “I danni alla reputazione e l’impatto di questo sulle prospettive di business sono un ulteriore fattore di preoccupazione”. Secondo alcuni operatori, inoltre, è cresciuta la probabilità di un downgrade di un gradino anche da parte di Standard & Poor’s.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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