In Europa gli investitori istituzionali prevedono di aumentare l’allocazione media del loro portafoglio nelle materie prime per l’anno in corso, rispetto al 2012. A dirlo sono i risultati aggregati di quattro sondaggi di Etf Securities su un campione totale di 350 responsabili di investimenti presenti alle conferenze annuali di Londra, Milano, Zurigo e Francoforte.
Alla domanda di quale peso avrebbero dato alle commodity all’interno dei loro portafogli nel 2013, rispetto a quello dato nel 2012, gli institutional hanno dichiarato per oltre il 40% di riservare alle materie prime l’8-10% del patrimonio complessivo per l’anno in corso, a differenza del 2012, dove la percentuale scendeva a un massimo del 5% e dal solo 30% di loro. I preferiti saranno i metalli industriali, in particolare il rame che tra gli investitori milanesi viene scelto dal 14%. Più in generale, è il favorito anche tra inglesi e tedeschi. Il crescente interesse per il metallo è stato sostenuto dai recenti investimenti registrati dall’Etc con sottostante rame fisico emesso da ETF Securities, che ha raccolto 28 milioni di dollari in una sola settimana (14-21 gennaio 2013). Nicholas Brooks, Head of investment strategy di Etf Securities, sostiene infatti che il comparto delle commodity, per la sua natura di essere un asset ciclico, beneficia dell’attuale contesto di mercato in cui la crescita globale sta mostrando segnali di ripresa, con Usa e Cina in prima fila e in cui le politiche monetarie delle principali economie sviluppate, almeno a quanto dichiarato, dovrebbero rimanere accomodanti per tutto il 2013. Certamente l’investimento in oro continuerà a mantenere il suo ruolo core, soprattutto per coloro che mostrano i maggiori timori per la crisi del debito sovrano europeo e degli Stati Uniti.
Voglia di Etp
La ricerca mostra anche che attualmente il 40% degli investitori utilizza gli Etp (Exchange traded product) come principale metodo per ottenere esposizione alle materie prime. Il 20% investendo mediante titoli azionari e la restante parte attraverso, invece, swap e future. Gli operatori si aspettano che le recenti linee guide dell’Esma (autorità europea di vigilanza sui mercati) su Etf, fondi Ucits e la normativa inglese nota come Retail distribution review aprano la strada alla penetrazione delle strategie passive tra i consulenti.
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