I fondi di investimento a gestione attiva hanno tipicamente l’obiettivo di realizzare rendimenti superiori al proprio benchmark di riferimento. Valutare l’efficacia di tali strumenti, dunque, sembra essere un esercizio piuttosto immediato: i fondi sono in media migliori o peggiori dei propri benchmark? Numerosi studi accademici e varie società di ricerca, compresa Morningstar, hanno tentato di rispondere a tale quesito. Lasciando da parte le diverse sfumature, la conclusione più frequente di tali studi è che in media un fondo a gestione attiva tende a realizzare rendimenti inferiori al benchmark.
La media non dice tutto
Le teorie che spiegano questo risultato sono ben note. In pratica, poiché gli investitori professionali rappresentano una grossa fetta del mercato dei capitali, essi in media hanno difficoltà a battere la performance del mercato di riferimento una volta dedotti i costi. Questo fatto ci aiuta a comprendere la preferenza data da numerosi investitori nel corso di questi anni nei confronti di strumenti passivi caratterizzati da costi bassi, come gli Etf. Basta ciò a stabilire che tutti i fondi a gestione attiva sono da scartare? A nostro avviso, no.
Come spesso accade, non è sufficiente far riferimento solo al risultato medio per interpretare un fenomeno. Se è vero che in media i fondi attivi hanno difficoltà a battere il proprio benchmark, questo non vuol dire che tutti i fondi attivi non ci riescono. Allo stesso tempo, un investitore che intende selezionare un fondo a gestione attiva può legittimamente aspirare a qualcosa di più di uno strumento finanziario medio. Questo comportamento, peraltr, è confermato dalle stime di Morningstar sui flussi di nuove sottoscrizioni: i fondi più richiesti tendono a essere quelli che hanno rating Morningstar superiori alla media.
La qualità paga
Per individuare la qualità di un fondo di investimento, Morningstar segue una metodologia di ricerca basata su cinque pilastri dalla quale scaturisce il Morningstar Analyst Rating. In pratica, prima di assegnare un rating a un fondo, oltre alla performance, riteniamo importante valutare la qualità del management, la competitività della strategia, i punti di forza e debolezza delle società di gestione del risparmio e, infine, i costi di gestione.
Per mostrare un esempio di quanto sia importante scegliere un buon fondo, abbiamo raccolto alcune statistiche con riferimento a due sottoinsiemi: si tratta di fondi con Morningstar Analyst Rating positivo (ovvero Gold, Silver, Bronze) delle categorie “azionari Eurozona large-cap” e “Obbligazionari Diversificati area euro”. Come si evince dai dati riportati nella tabella, la media dei fondi di qualità con Analyst Rating positivo è di gran lunga migliore della media del fondo generico della stessa categoria e, nel caso delle strategie azionarie, dello stesso benchmark di riferimento della categoria. Peraltro, bisogna tener conto che i rendimenti riportati dai fondi sono al netto dei costi, mentre ai benchmark non sono dedotti costi; poiché investire in un indice comporta dei costi, il quadro è ancora più favorevole di quanto rappresentato per i fondi a gestione attiva di qualità.
Pur non rappresentando una ricerca esaustiva, l’analisi suggerisce che non basta distinguere tra gestione attiva e passiva, ma è necessario anche ragionare in termini di alternative di qualità e altre più modeste.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.