Qual è l’approccio più conveniente per la creazione dell’alpha? E’ meglio adottare un meccanismo di selezione top-down, che parta da un’analisi macroeconomica per individuare i giusti pesi da attribuire all’esposizione geografica e settoriale del portafoglio o è più redditizio affidarsi allo stock picking, cercando in ogni mercato le migliori occasioni di investimento? In quest’analisi cerchiamo di illustrare le fonti di extra-rendimento generato dall’attività dei gestori, analizzando i portafogli dei tre comparti che presentano il livello di alpha (calcolato a fine gennaio 2013 sui base triennale) più elevato tra quelli azionari globali large cap distribuiti al retail in Italia.
Rendimento extra-large
La medaglia d’oro della nostra speciale classifica va al Vontobel Global Value Equity, gestito dal 2008 da Matthew Benkendorf e Rajiv Jain, che nel 2012 hanno generato un extra-rendimento dell’8,39% rispetto al benchmark dichiarato (Msci Acwi Ex Usa Nr). Ai fund manager va riconosciuto il merito di aver dosato saggiamente l’esposizione ai vari settori economici, sottopensando i comparti che nel 2012 hanno reso di meno, ovvero quello delle utility (0,26%), dell’energia (0,62%), delle materie prime (6,65%) e delle telecomunicazioni (+7,33%), mentre hanno puntato con forza su quello dei beni di consumo difensivi (+12,65%).
La lenta ripresa economica negli Usa, il rallentamento della crescita in Cina e la prolungata fase di recessione in molti paesi del Vecchio continente hanno prodotto una contrazione dei consumi di energia e con essi anche della domanda di materie prime, non solo energetiche ma anche industriali. Le società di telecomunicazioni soffrono il calo degli utili dovuti alla crescente concorrenza nel segmento mobile e alla forte riduzione del consumo medio annuo per utente, mentre il settore dei beni di consumo, ciclici e difensivi, ha beneficiato degli incoraggianti segnali provenienti dal mercato americano e cinese.
I titoli con una marcia in più
Lo stock picking dei gestori, invece, ha valorizzato il contributo dei comparti che hanno performato meglio nello scorso anno, ovvero quello finanziaro, farmaceutico e dei beni industriali. Va segnalato, in particolare, l’investimento in Bureau Veritas, la società francese operativa nel settore dei servizi di controllo, verifica e certificazione per la qualità, che ha reso circa il 52%, e nell’istituto di credito indiano HDFC Bank. I nostri analisti che coprono il titolo bancario riconoscono a HDFC una posizione di vantaggio competivo in ragione della sua capacità di tenere sotto controllo i costi operativi. Questo da una parte le garantisce elevati rendimenti del capitale e, dall’altro le permette di remunerare gli azionisti con generosi dividenti. L’Adr (American depositary receipt) del titolo indiano quotato sul Nyse ha registrato un apprezzamento del 56% lo scorso anno e ora viaggia attorno ai 30 dollari per azione, in linea con il prezzo obiettivo stimato dagli analisti.
Un sottopeso che fa performance
A una manciata di punti base da Vontobel Global Value si posiziona l’Mfs Meridian Global Concentrated, gestito dal 2010 da Jeffrey Constantino e David Antonelli, il cui extra-rendimento nel 2012 è stato pari all’8,26%. Anche in questo caso il fondo ha fatto bene a sottopesare il comparto energia, utility e telecomunicazioni, mentre ha pagato la minore esposizione ai settori immobiliare e finanziario. Il primo ha beneficiato della forte ripresa dei segmenti maggiormente esposti al ciclo economico, come quelli legati all’industria e al commercio, che nel 2011 avevano pesantemente sofferto la negativa congiuntura, mentre il secondo ha tratto vantaggio dalla riduzione degli spread dei titoli di stato periferici, che ha dato sollievo ai bilanci di molti istituti di credito europei. Inoltre ha beneficiato del miglioramento dei margini di profitto, in seguito al generale processo di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale intrapreso da quasi tutti i gruppi finanziari.
Akzo Nobel e Visa fanno la differenza
Nel caso del fondo Mfs Meridian Global Concentrated, l’attività di stock picking dei gestori è stata premiata, in particolare, dalla scelta di due titoli: Akzo Nobel, nel settore delle materie prime, e Visa, in quello finanziario. Nel caso di Akzo Nobel, leader mondiale nelle produzione di vernici e soluzioni chimiche, i nostri analisti non riconoscono la presenza di una posizione di vantaggio rispetto ai competitor ma sono convinti che la società olandese possa risultare vittoriosa dal processo di consolidamento in atto nel settore e sfruttare il suo buon posizionamento sui mercati emergenti. Nel 2012 il titolo ha guadagnato il 35,89% e grazie al buon timing con cui i gestori si sono posizionati su esso ha prodotto in portafoglio un rendimento del 28%.
Nello stesso periodo, invece, il titolo Visa ha prodotto un rialzo del 48%. Il gruppo americano, che negli ultimi quattro anni ha realizzato tassi di crescita costantemente superiori al 10%, è riuscito a costruirsi una stabile posizione di vantaggio rispetto ai suoi competitor in ragione del peso dominante sul mercato e alla capacità di sfruttare le enormi prospettive di crescita nei paesi emergenti, sostenute dal positivo trend nell’utilizzo dei pagamenti elettronici. Dopo la cavalcata dello scorso anno, che ha fatto salire le quotazioni di Visa dai 99 dollari di inizio gennaio ai 151 di fine dicembre, il titolo della società americana risulta ora sopravvalutato dal mercato rispetto alla valutazione di Morningstar che è di 130 dollari per azione.
Top-down vincente
Sul gradino basso del podio troviamo un altro fondo gestito dalla Mfs Meridian, il Global Equity. La performance del comparto, che nel 2012 è stata pari al 19%, è stata favorevolmente condizionata dal positivo approccio top-down dei gestori che hanno ridotto l’esposizione verso il settore energia e utility. Anche in questo caso l’errore è stato quello di non aver creduto alle prospettive di crescita del comparto finanziario ma, a differenza dei precedenti due, il fondo Mfs Global Equity ha applicato un sottopeso meno marcato ed è stato in grado di compensare parzialmente il minor guadagno con la selezione di titoli vincenti come Visa o Erste Bank der Oesterreichischen Sparkassen (quest’ultimo ha guadagnato 76,8% nel 2012).
Utility a prova di crisi
Il contributo maggiore alla creazione dell’extrarendimento è arrivato dai titoli Sherwin-Williams Company e Red Electrica de España. Il primo è leader mondiale nel settore della produzione di vernici con una quota di mercato del 30%. Vanta una capillare rete di distribuzione costituita da circa 3.400 punti vendita che, permettendogli di ridurre la dipendenza dai grandi negozi al dettaglio, garantisce il mantenimento di margini di profitto superiori alla concorrenza. Red Electrica de España, invece, ha realizzato un rendimento del 18% nel periodo preso in considerazione. Secondo i nostri analisti la società spagnola è tra le migliori scelte di investimento nel comparto delle utility. Grazie all’elevato grado di regolamentazione del settore, infatti, essa è riuscita a realizzare elevati rendimenti del capitale, nonostante la forte crisi economica attraversata dal paese, e a remunerare gli azionisti con un cospicuo dividendo.
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