L’Europa delle Borse e quella macroeconomica continuano a viaggiare su due strade separate. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 15 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,42%, portando a +2,7% l’andamento dai primi di gennaio. Performance che gli ultimi numeri arrivati dagli stati della regione non giustificano, se non con la speranza di una ripresa nel corso dell’anno.
Nubi sul breve periodo
In Germania la produzione industriale è salita dello 0,3% a dicembre rispetto al mese precedente, portando la variazione annua a -1,1% dal -3,1% di novembre. Il totale del quarto trimestre ha visto l’output dell’industria tedesca scendere del 3%, rafforzando le convinzioni di quanti vedono una contrazione del Pil negli ultimi tre mesi dell’anno seguita da una ripresa nel primo trimestre di quest’anno. L’accelerata di inizio 2013 troverebbe una parziale conferma nel dato positivo sugli ordini industriali di dicembre (dopo il -1,8% di novembre) che dovrebbe dare l’abbrivio. Positivo anche il dato sulla produzione industriale italiana, (+0,4% a dicembre rispetto a novembre), dopo tre mesi in cui si erano visti cali superiori al punto percentuale. Il dato positivo di fine 2012 non compensa però la negatività dei due mesi precedenti e il bilancio del quarto trimestre è rimasto così decisamente in rosso (-2,1%). In Francia la produzione industriale è invece scesa di un decimo di punto mese su mese. A fronte di un balzo della produzione automobilistica e del settore costruzioni, tutta la filiera legata all’energia ha mostrato tassi di crescita negativi.
La ripresa si vede ma fa fatica
In generale, secondo l’ultimo Bollettino mensile della Bce, “La debolezza dell’economia nell’area dell’euro dovrebbe protrarsi anche nel 2013. Gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori finanziario e non finanziario, nonché la persistente incertezza seguiteranno a gravare sull’attività economica”. Nel resto dell’anno, tuttavia, si dovrebbe registrare una graduale ripresa grazie all’orientamento accomodante della politica monetaria, al netto miglioramento del clima di fiducia sui mercati finanziari e alla loro minore frammentazione. Questa combinazione di effetti positivi dovrebbe trasmettersi all’economia e la domanda mondiale dovrebbe rafforzarsi. Per promuovere la fiducia, è fondamentale che i governi riducano ulteriormente gli squilibri sia di bilancio sia strutturali e proseguano nella ristrutturazione del settore finanziario.
A livello di singoli paesi, secondo le previsioni del World Economic Outlook redatto dal Fondo monetario internazionale, il Prodotto interno lordo dell’Italia registrerà nel corso del 2013 una flessione dell’1% anziché dello 0,7% come previsto lo scorso ottobre, mentre nel 2014 si dovrebbe tornare a una crescita dello 0,5%, proiezione invariata rispetto a tre mesi fa. L’Italia non è però l’unico paese europeo ad avere subito una revisione al ribasso delle stime. Per la Germania, le previsioni per il 2013 sono di una crescita pari allo 0,6% (-0,3% rispetto a ottobre) e dell’1,4% nel 2014 mentre per la Francia ci si attende un +0,3% quest’anno (-0,1%) e un +0,9% il prossimo (-0,2%). La Spagna è attesa in calo dell’1,5% nel 2013 (-0,1%) con un’inversione di tendenza l’anno venturo quando il Pil crescerà dello 0,8%, cifra comunque rivista al ribasso dal precedente +1%.
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