Concentrati sui record del Dow Jones, sui problemi dell’Europa, sui conti di Telecom e sulla fusione Gemina-Atlantia, molti operatori sembrano essersi dimenticati della corsa dell’S&P500. Eppure, il paniere principale americano a inizio marzo ha segnato due avvenimenti importanti: il quarto anno di crescita consecutiva dai minimi toccati nel 2009 e uno dei pochi rally senza correzioni di almeno il 20% (che di solito segnalano l’entrata nella fase Orso) che si siano mai visti dal 1929.
Performance notevoli, se si considerano gli avvenimenti che le famiglie, le imprese e gli investitori in Usa hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi: le elezioni presidenziali che hanno confermato Barack Obama alla Casa Bianca dopo una combattuta campagna elettorale, la questione del precipizio fiscale, il dibattito sul tetto del debito e i sequester (i tagli alla spesa pubblica per contenere il deficit federale).
L’equity gioca d’anticipo
Ma i mercati azionari, si dice, anticipano le tendenze macroeconomiche e, quelli americani, sembravano aspettarsi buone notizie. Soprattutto dal fronte dell’occupazione. I dati di febbraio hanno mostrato un aumento di 236mila nuovi posti contro i 171mila attesi dagli economisti. La notizia, già buona, diventa migliore guardando il dettaglio: il numero maggiore di nuovi occupati si è avuto nel settore costruzioni, uno dei più colpiti dalla crisi americana iniziata con la tempesta dei subprime. Il buon andamento di comparti come l’energia e la salute indicano, tra l’altro, che le aziende si attendono una ripresa di lungo periodo dell’economia e non una corsa di breve periodo. Febbraio ha assegnato il 29esimo mese consecutivo di crescita dei posti di lavoro. “Le aziende sono sempre più disponibili ad assumere nuovo personale”, spiega un report di Oppenheimer Funds. “E’ un rischio che gli imprenditori corrono solo quando sono sicuri che la situazione congiunturale stia migliorando”.
Una fiducia evidenziata anche da altri segnali come l’andamento dell’indice dei direttori d’acquisto (salito per tre mesi consecutivi), le vendite di auto, gli ordinativi di beni durevoli e la riapertura dei rubinetti del credito da parte delle banche ad aziende e famiglie. La percentuale degli stipendi che deve essere utilizzata per ripagare gli interessi sui prestiti, inoltre, è la più bassa dal 1983. Un altro segnale secondo cui gli americani hanno più soldi in tasca da spendere.
Cosa riserva il futuro
Il rally continuerà? “Più a lungo dura la corsa dell’equity e maggiori sono i rischi che le valutazioni diventino troppo alte”, continua il report. “Questa, per lo meno, è la regola generale. Nel caso in particolare, possiamo dire che i prezzi dell’azionario restano al di sotto della loro media storica. In uno scenario in cui la Federal Reserve continuerà con la sua politica accomodante, in cui si vede una ripresa del mercato immobiliare, con un’inflazione contenuta e con bilanci aziendali in salute, crediamo che la corsa dell’indice possa continuare”.
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