I replicanti partono col piede giusto. Secondo il report ETF Landscape – Industry Highlights, redatto dal BlackRock Investment Institute, il primo trimestre del 2013 ha battuto ogni record. I primi tre mesi dell’anno, infatti, hanno visto una raccolta netta mondiale per gli Etp (Exchange traded product, acronimo che racchiude Etf, Etc ed Etn) pari a 70,1 miliardi di dollari, superando così il precendente record di 65,5 miliardi raggiunto l’anno scorso. Da primato anche il livello del patrimonio gestito, che si piazza a fine marzo a quota 2.083 miliardi. “L’ampia gamma di esposizioni specializzate offerte dagli Etp - dall’azionario giapponese alle obbligazione a breve scadenza, passando per i prodotti minimum volatility - ha svolto un ruolo cruciale nelle costante e robusta crescita del settore”, commenta Dodd Kittsley, responsabile della ricerca sugli Etp di BlackRock, in una nota. “Nonostante l’incertezza macroeconomica, i flussi registrati riflettono il riposizionamento dei portafogli degli investitori all’emergere di nuove opportunità”.
A caccia di equity
Se il 2012 è stato l’anno dei prodotti a reddito fisso, nel 2013 sembra tornata forte la voglia di azionario. Il 93% della raccolta netta è infatti imputabile a replicanti sull’equity. A fare la parte del leone ci hanno pensato gli Stati Uniti che hanno registrato quasi 38 miliardi di flussi netti in entrata. In generale, comunque, gli investitori hanno puntato sui titoli dei paesi sviluppati (60,5 miliardi di raccolta netta), mentre i mercati emergenti hanno vissuto un interesse moderato, con 4,6 miliardi in entrata. In controtendenza l’Europa, i cui Etp azionari raccolgo nel trimestre solo 200 milioni. Sul risultato ha pesato il deflusso di 2,3 miliardi di dollari dagli Etp azionari europei nel mese di marzo dovuti alle tensioni create dalla situazione cipriota.
Il segmento obbligazionario continua comunque a piacere, come dimostrano i flussi superiori ai 10 miliardi di dollari per l’ottavo semestre consecutivo. In particolare, nel primo trimestre del 2013 la raccolta obbligazionaria, pari a 11,6 miliardi, è concentrata prevalentemente su esposizioni a breve scadenza e a tassi variabili. Continuano invece i deflussi dall’oro, pari a 9,2 miliardi di dollari nel primo trimestre.
Voglia di tranquillità
Da segnalare infine il boom dei prodotti minimum volatility la cui strategia è, appunto, quella di minimizzare la volatilità. Hanno aumentato gli asset del 76% rispetto a un anno fa, con flussi netti in entrata per 4,1 miliardi.
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