Anno (buddhista) nuovo, vita nuova. In Thailandia, dove si è da poco celebrato il Songkran, la festa che indica la nascita del nuovo anno attraverso il rito dell’acqua (vengono lavate la casa, le statue di Buddha e, ideologicamente, le cattive azioni dell'anno precedente oltre allo spirito di chi viene bagnato), sembra essere arrivato il momento giusto per portare avanti le riforme che appaiono essenziali per ridare slancio all’economia locale.
Fitch promuove Bangkok
Il punto di partenza, dal punto di vista finanziario, è rappresentato dal recente upgrade del rating sovrano thailandese a lungo termine da BBB+ ad A-, con outlook stabile, da parte di Fitch. La promozione, ha fatto sapere l’agenzia, è dovuta a diversi fattori. Innanzitutto, la congiuntura thailandese ha resistito a diversi shock, compresa l’innondazione di fine 2011 (oltre 300 morti e danni per 2,5 miliardi di euro). Questo grazie soprattutto a una politica monetaria flessibile. Inoltre, la Bank of Thailand per oltre un decennio ha garantito una politica di gestione dell’inflazione che ha rafforzato i fondamentali economici del paese.
Fitch ha anche registrato il balzo nei volumi degli investimenti negli ultimi anni, soprattutto quelli stranieri. Nel 2012, i capitali provenienti dall’estero hanno pesato per il 42% del Prodotto interno lordo. Senza contare che il governo ha fatto progressi tangibili nel migliorare la struttura del debito pubblico, che secondo gli analisti di Fitch non supererà la soglia del 50% del Pil nonostante i grandi investimenti previsti in infrastrutture.
Molto dipende dalla politica
“Il colossale progetto infrastrutturale, circa 58 miliardi di euro, proposto dal governo è attualmente in fase di discussione alla Camera”, si legge in una nota a cura di Jacques Henry, analista di Shânti Asset Management, basato a Bangkok. “Questo piano settennale verrà finanziato con obbligazioni governative e prevede soprattutto (il 78% del budget) il miglioramento e l’ammodernamento della rete ferroviaria thailandese”.
Tuttavia, se i benefici di questo progetto sembrano ampiamente compensare i costi di finanziamento, la sua implementazione pone il problema della trasparenza nell’assegnazione degli appalti e solleva qualche interrogativo a livello politico. “L’attuale primo ministro, Yingluck Shinawatra, sembra sempre più un burattino nelle mani del fratello maggiore Thaksin, in esilio volontario a Dubai dopo una condanna per abuso di potere, e resta perciò sotto attacco da parte del Partito democratico, oggi all’opposizione”, spiega Henry.
“Sospettato di corruzione, accusato di aver tentato di manipolare la Costituzione per favorire il ritorno del fratello, criticato per le sue misure anti-alluvione considerate tanto costose quanto inefficaci, potrebbe essere prematuramente rimosso dalla carica di primo ministro se il Partito democratico (il vincitore alle elezioni amministrative a Bangkok lo scorso febbraio) riuscisse a far bloccare il progetto per irregolarità”. In un’eventualità del genere non si può escludere un ritorno al caos politico e sociale che il paese ha vissuto proprio prima delle ultime elezioni tenutosi nel luglio 2011. (Per approfondire le tematiche relative al rischio politico, leggi l’ultimo numero di Morningstar Investor).
Per gli investitori italiani
Oltre a quattro fondi comuni disponibili in Italia, a Piazza Affari sono quotati due Exchange traded fund che offrono un’esposizione eclusiva all’economia della Thailandia: il Db X-Trackers Msci Thailand Trn Index (+11,% da inizio anno; dati in euro al 17 aprile) e il Lyxor Etf Thailand Set 50 Net Tr (salito del 12,8% nello stesso periodo). Detto questo, gli analisti di Morningstar invitano sempre e comunque alla cautela quando si sceglie un fondo specializzato su un singolo paese e suggeriscono di dedicargli una piccola porzione di un portafoglio molto diversificato.
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