Cosa resta dell'hi-tech

Dopo le trimestrali il settore ha raggiunto valutazioni troppo alte. Ma fra i big ci sono ancora delle opportunità di acquisto. 

Francesco Lavecchia 26/04/2013 | 11:04
Facebook Twitter LinkedIn

Tempo scaduto: dopo le trimestrali non è più tempo per i tecnologici. Almeno non per tutti. Il mercato ha premiato i dati delle big americane del settore, facendo lievitare le valutazioni dei titoli, e ora per gli investitori sono rimaste poche occasioni di acquisto. Meglio concentrarsi, quindi, su quelle società per le quali il mercato non ha ancora adeguatamente valutato la loro posizione di vantaggio nei confronti della concorrenza.

Il cloud modifica ma non distrugge
Una di queste è Oracle. L’ascesa del cloud computing (ovvero della possibilità di accedere a software o a server tramite l’accesso alla rete internet) ha acceso i riflettori su questo settore rendendo gli investitori  troppo ottimisti circa le sue prospettive di crescita. A nostro avviso, però, l’elemento che garantisce elevati rendimenti del capitale nel tempo è la presenza di una forte posizione di vantaggio nei confronti dei concorrenti e, nel caso di Oracle, questa è garantita dagli elevati costi che i suoi clienti devono sopportare per passare ad un diverso fornitore.  A questo va aggiunto l’atteggiamento dei clienti. Per non correre il rischio di danneggiare i propri dati chi si serve da Oracle preferisce aspettare che la società americana maturi la nuova tecnologia cloud invece che cambiare fornitore.

Dai massimi raggiunti nel marzo scorso, in cui il titolo quotava 36 USD, ora il prezzo viaggia attorno ai 32 dollari. Ecco perché, data la nostra valutazione di 39 dollari, la raccomandazione dei nostri analisti è di estendere la posizione sul titolo.

Sempre nel segmento dei software provider, un’altra occasione di investimento è rappresentata da Microsoft. Nonostante il suo titolo si sia rialzato dai minimi di inizio anno, a nostro avviso il mercato continua a considerare negativamente il deludente debutto dei suoi nuovi dispositivi mobile come il tablet Surface  e i Windows Phone. I nostri analisti sono convinti, però, che gli investimenti nella piattaforma cloud permetteranno a Microsoft di aumentare il grado di integrazione della sua offerta di hardware e software e di sostenere la crescita del fatturato ad un ritmo dell’8% annuo nei prossimi cinque anni.

Internet: la pubblicità va sul mobile
Per le società attive nel segmento Internet, il cui fatturato continua a essere fortemente dipendente dall’advertising che gira sui loro siti, gli ultimi dati di bilancio hanno mostrato un rallentamento nella crescita dei ricavi. La diffusione degli smartphone e dei tablet ha prodotto un progressivo spostamento dell’investimento pubblicitario verso il canale mobile. Ecco perché i nostri analisti vedono Google e Facebook meglio posizionate  in un ottica di breve periodo. Oltre ad essere il primo motore di ricerca al mondo, Google riesce a catalizzare la spesa pubblicitaria anche attraverso altri prodotti come Android ( il sistema operativo per dispositivi mobile), o come YouTube.

Facebook, invece, è il social network più popolare, oltre che il sito intenet più visitato al mondo. Nonostante gli inserzionisti non siano ancora in grado di quantificare il ritorno della loro spesa in advertising sul sito di Zuckerberg, la raccolta pubblicitaria supera largamente i tre miliardi di dollari, e i nostri analisti sono convinti che questo trend è destinato ad aumentare considerevolmente non appena Facebook sarà in grado di sfruttare al meglio l’immenso database di dati personali a sua disposizione.

A differenza di Google, però, il cui titolo è sostanzialmente in linea con le nostre valutazioni, nel caso di Facebook il mercato non sembra aver adeguatamente valutato le sue potenzialità di crescita e la nostra raccomandazione, quindi, è quella di comprare.

 Discorso diverso, invece, per LinkedIn, la cui valutazione, a nostro avviso, non tiene conto dell’incertezza attorno al futuro del social network specializzato nella condivisione delle figure professionali. Nei paesi in forte crescita economica come la Cina, la concorrenza è molto più forte, e non è ancora ben chiaro quale sia il suo modello operativo. Per queste ragioni riteniamo che il suo prezzo di mercato sia troppo elevato e consigliamo gli investitori di stare alla larga da questo titolo.   

Duopolio Apple-Samsung
Nell’industria della telefonia è destinato a rafforzarsi il duopolio Apple-Samsung. L’azienda americana, grazie alla creazione di dispositivi facili da utilizzare e integrati tra loro e con la componente software, è riuscita a garantirsi una crescita sostenuta del fatturato e elevati margini di profitto. I nostri analisti si aspettano che Apple possa confermarsi anche nei prossimi anni come il leader indiscusso degli smartphone e tablet di fascia alta e valutano per il titolo un obiettivo di prezzo largamente superiore alle sue attuali quotazioni di mercato. Samsung, invece, ha dimostrato di essere in grado di approfittare dei periodi intermedi tra l’ultima versione di iPhone e la sua successiva. E’ successo con il Galaxi S3 e accadrà presumibilmente anche con il prossimo Galaxi S4.   

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures