C’è un solo titolo estero e poi le blue chip italiane tra le azioni più popolari sul sito www.morningstar.it da gennaio ad aprile 2013. Apple è stata la società più ricercata. Le quotazioni sono scese di circa il 14% da gennaio, lasciandosi alle spalle il picchio toccato a settembre 2012. Gli analisti di Morningstar attribuiscono un rating di 4 stelle e un prezzo obiettivo di 600 dollari. Il vantaggio competitivo, tuttavia, si è ormai ristretto a causa della forte competizione dei dispositivi che utilizzano il sistema operativo Android.
Mps e le vicende giudiziarie
Tra le banche, i riflettori sono stati puntati soprattutto su Monte Paschi, in seguito alle vicende giudiziarie che l’hanno coinvolta, di cui si sono occupati anche i giornalisti di Morningstar. Il titolo ha perso circa il 3% dall’inizio dell’anno. In luce anche Unicredit, che ha recentemente pubblicato i dati trimestrali, dai quali è emerso un calo del 50% dei profitti netti rispetto al periodo gennaio-marzo 2012. Gli analisti riconoscono un vantaggio competitivo ristretto e mostrano preoccupazione per la situazione economica recessiva in Italia. La stima del prezzo obiettivo è di 2,3 euro ed è sostanzialmente rimasta invariata dopo l’ultima trimestrale.
La crisi pesa su Enel
Enel è il più cliccato tra i titoli delle utility. Mark Barnett, analista di Morningstar, ha recentemente pubblicato una nota in occasione della trimestrale, confermando a 4 euro il prezzo obiettivo, nonostante la compagnia elettrica abbia risentito della diminuzione della domanda in Italia e Spagna e dei cambiamenti regolamentari che l’hanno penalizzata. Tra i punti di forza, c’è l’esposizione ai mercati emergenti dell’America latina (attraverso Endesa), i buoni rapporti con la Russia e la politica dei dividendi.
Sempre nel settore energetico, un altro titolo molto popolare è stato Saipem, che ha dimezzato l’utile trimestrale, dopo l’allarme sui profitti lanciato a gennaio. Il gruppo, controllato dall’Eni, ha visto salire l’indebitamento, in assenza di anticipi significativi sui contratti acquisiti. Alla società non ha giovato, inoltre, l’inchiesta in Algeria per presunti reati di corruzione, commessi fino al 2010.
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