I successi di Axa danno alla testa agli investitori. I dati del primo trimestre dell’anno hanno evidenziato come la decisione di modificare il portafoglio prodotti, dando un peso maggiore al segmento unit linked (prodotti assicurativi le cui prestazioni sono legate all’andamento di fondi comuni di investimento, nelle cui quote i premi sono investiti) e a quello delle assicurazioni sanitarie abbia contribuito a sostenere la crescita del fatturato e dei margini di profitto.
Titolo sopravvalutato dal mercato
Le azioni della compagnia assicurativa, comunque, hanno registrato un apprezzamento del 15% da inizio anno e ora viaggiano su quotazioni largamente superiori al nostro prezzo obiettivo che è di 11 euro. Per questo la nostra raccomandazione è di liquidare la posizione sul titolo.
Le ragioni per essere cauti
La cautela nella valutazione fatta dai nostri analisti deriva da tre elementi. Il primo è legato alle perdite potenziali sulle polizze assicurative a corrispettivo variabile, nelle quali i pagamenti all’assicurato possono variare in base all’andamento del portafoglio in cui il capitale accumulato è investito.Questi prodotti hanno avuto un gran successo tra i sottoscrittori e hanno garantito elevati margini di profitto ad Axa durante le fasi rialziste dei mercati azionari. Ma con la crisi finanziaria il gruppo francese ha subito forti perdite su questo segmento e nonostante abbia deciso di focalizzarsi su business più sicuri, il management ha stimato una perdita potenziale di circa 300 milioni di euro nel caso il mercato continui a mantenersi debole.
La cattiva congiuntura economica, poi, frena la crescita dei ricavi nel comparto assicurativo e quella del valore delle attività gestite dal segmento dell’asset management. Inoltre, Axa resta fortemente esposta al rischio del debito sovrano dei paesi Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) anche dopo aver ridotto la sua esposizione e svalutato i loro titoli di stato.
Management promosso
I nostri analisti, comunque, valutano positivamente la strategia portata avanti negli ultimi anni dal management dell’azienda transalpina: ha provveduto a dismettere le attività negli Usa per riallocare quei capitali nel segmento auto e infortuni in mercati in forte crescita come quelli asiatici di Cina, Hong Kong e Singapore, ed ha avviato nel 2010 un piano di razionalizzazione dei costi che dovrebbe portare entro il 2015 ad un risparmio di circa un miliardo di euro, risollevando i margini di profitto del segmento danni in Europa.
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