L’America va trattata con le pinze. I record macinati da Wall Street e la ricerca di una exit strategy dalla politica di aiuti all’economia, dicono gli operatori, impongono una certa cautela a chi ha in portafoglio asset made in Usa. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 28 maggio e calcolato in euro) ha guadagnato il 6,3%, portando a +20% circa la performance da inizio anno. Allargando il raggio di analisi, si registra la corsa del paniere di riferimento S&P 500 che, grazie anche ai record delle ultime settimane, dai minimi del 2009 ha guadagnato più del 150%.
Gli avvertimenti di Bernanke
Il quadro della situazione lo ha dato il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, durante la testimonianza sulle prospettive dell’economia americana davanti alla commissione economica congiunta del Congresso. “Con una disoccupazione ben al di sopra di livelli normali e inflazione limitata, il perseguimento del nostro mandato di massima occupazione e stabilità dei prezzi richiede politiche monetarie particolarmente accomodanti”. Facendo notare che i tassi di interesse sono stati vicino allo zero dalla fine del 2008, Bernanke ha spiegato come la Banca centrale americana abbia dovuto usare altri strumenti come il piano di acquisto di Treasury e i bond ipotecari.
Ricalcando quanto contenuto nel comunicato diffuso alla fine dell'ultima riunione del Fomc – Federal open market committee, il braccio di politica monetaria della Fed - il presidente ha detto che il “Comitato è pronto ad aumentare o diminuire il ritmo con cui acquista bond per assicurare che la politica monetaria resti appropriata alle prospettive sul fronte di inflazione e mercato del lavoro”. Insomma, tutto dipende da come procede la ripresa dell’economia. E anche qualora la Fed decidesse di fermare il piano di acquisto di bond, “la politica monetaria resterà accomodante per un periodo di tempo considerevole”.
Lo scenario macro
Ad aprile sia i prezzi alla produzione che quelli al consumo hanno mostrato un calo legato alla componente energetica, passando rispettivamente da +1,1% anno su anno a +0,6% e da +1,5% a +1,1%. La produzione industriale è scesa di mezzo punto percentuale mese su mese ad aprile, ritracciando in toto il +0,3% di marzo. A livello settoriale il calo è stato guidato da auto e utility. Gli indici di sentiment continuano a essere negativi per la parte riguardante il settore produttivo/manifatturiero, con un calo del Philadelphia Fed index a -5,2 e dell’indice Empire manufacturing di New York a -1,43 nella rilevazione di maggio.
Positiva, invece, la prima lettura dell’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan che, a maggio, è salito ai massimi dal 2007 a 83,7. Il dato ha beneficiato del calo del prezzo dei carburanti e del buon andamento dei mercati azionari, che hanno controbilanciato la stretta fiscale attuata dal governo Usa. Contrastati i dati sul mercato immobiliare, con i nuovi cantieri che ad aprile arretrano del 16% a 853 mila unità, tornando ai livelli di novembre, mentre i permessi edilizi salgono del 14% a 1,02 milioni.
Meglio essere prudenti
“I record fatti segnare da Wall Street impongono una certa attenzione nell’approccio di breve termine ai mercati azionari, al di là delle considerazioni costruttive che si possono fare su uno scenario di medio termine”, spiega una nota di Banca Intermobiliare. “L’attenzione degli operatori è focalizzata sulle indicazioni che giungono dalla Fed, che sulla base della situazione economica corrente dovrebbe essere la prima tra le grandi Banche centrali ad avviare il rientro dalla politica monetaria espansiva”.
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