Starbucks può rendere nervosi

La forza della società americana è nel brand. L'espansione sui mercati emergenti promette di far crescere il fatturato in doppia cifra, ma i nostri analisti raccomandano prudenza. 

Francesco Lavecchia 03/06/2013 | 13:07
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Il caffè Starbucks (SBUX) piace anche agli investitori. Nonostante la concorrenza crescente, facilitata dall’assenza di barriere all’ingresso, l’azienda americana rimane leader indiscussa del mercato del caffè e questo grazie al forte appeal del suo marchio, per il quale i consumatori di tutto il mondo sono disposti a pagare un prezzo superiore alla media.

Il vantaggio di chiamarsi Starbucks
Secondo i nostri analisti questa sarebbe la fonte dalla quale discendono altri elementi di forza che garantiscono a Sturbucks un ampio Economic Moat, ovvero la possibilità di generare rendimenti del capitale superiori alla media e in maniera duratura nel tempo. Grazie ad uno dei brand più famosi al mondo, riesce, da una parte, a sfruttare il suo forte potere contrattuale nei confronti dei fornitori di caffè arabica,garantendosi le materie prime a costi inferiori alla concorrenza,  e, dall’altra, ad assicurarsi le location migliori per i suoi punti vendita. Nonostante crediamo che Starbuck difficilmente possa ritornare sui livelli di crescita mantenuti fino al 2007, quando il fatturato registrava progressi a un ritmo del 20% annuo, il lancio di nuovo prodotti, specie dopo il recente accordo siglato con la Green Mountain Coffee Roasters (GMCR) (che permetterà di arricchire di nuove fragranze la sua offerta ai clienti), e l’espansione sui mercati emergenti, potranno garantire all’azienda americana una crescita dei ricavi in doppia cifra per i prossimi cinque anni.

Crescita grazie agli emergenti
Il potenziale di Sturbucks all’estero è notevole. Al momento la rete di vendite conta circa 7.000 negozi sparsi in quasi 60 paesi nel mondo, ai quali se ne aggiungeranno, secondo le nostre previsioni, altri 1.200 circa nei prossimi 10 anni. I piani del gruppo sono quelli di investire fortemente in Cina, dove punta ad aprire circa 1.000 punti vendita entro il 2015. Segnali positivi arrivano anche dal lato della profittabilità. Negli ultimi tre anni il margine operativo ha registrato un miglioramento di circa 100 punti base (dal 12,4% al 13,4%), a testimonianza della grande capacità del management nel razionalizzare i costi e migliorare la produttività dei punti vendita.

I nostri analisti stimano una sua progressiva crescita fino a toccare quota 20% e questo è un segnale di grande forza considerando gli elevati investimenti in marketing e nello sviluppo della sua rete di vendita. Alla luce di queste previsioni, i nostri analisti stimano per il titolo Starbucks un prezzo obiettivo di 60 dollari e raccomandano di essere prudenti sul titolo in attesa di un calo delle attuali quotazioni, che si aggirano attorno ai 63 dollari. 

 

Per consultare l'analisi completa su Starbucks Corporation clicca qui.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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