La miopia del mercato rischia di tirare un brutto scherzo agli azionisti di Essilor International (EI). Il titolo del gruppo francese, numero uno nella produzione di lenti ottiche da vista, è salito dai minimi di fine agosto, in cui aveva toccato quota 67,51 euro, fino alle recenti quotazioni che si aggirano attorno agli 80 euro. Un prezzo che va ben oltre il nostro target price che è di 61 euro, e che induce i nostri analisti a raccomandarne la vendita.
L’ottimismo del mercato
Il mercato, infatti, starebbe premiando oltremodo i risultati conseguiti da Essilor nello scorso anno in cui, grazie al lancio di nuovi prodotti e alle debolezze del suo principale competitor (Hoya), ha registrato una crescita del fatturato del 19%, sostenuto dall’ottimo risultato sui mercati asiatici, e un progresso del 15% degli utili d’esercizio. Sebbene i paesi emergenti di Asia e America latina rappresentino la principale fonte di crescita di lungo periodo, l’evoluzione del mercato rischia di minacciare la competitività dell’azienda transalpina. Grazie ad una forte integrazione verticale e ad elevate economie di scala, Essilor è riuscita a costruirsi una forte posizione di vantaggio all’interno del settore, che rischia però di essere messa in discussione dall’avvento della nuova tecnologia del digital surfacing.
Il peso dell’incertezza
Questa, infatti, promette di concedere ai laboratori la libertà di creare le lenti in base alle esigenze dei pazienti e a quelle di vendita. In questo modo non ci sarebbe più bisogno di rifornire il magazzino di tutte le varie tipologie di lenti. Ecco perché il vantaggio di Essilor, che deriva dalle elevate scale di produzione, potrebbe venire meno. I risultati del primo trimestre, inoltre, hanno mostrato che la competizione di Hoya è tornata a farsi sentire, soprattutto in Asia, e che i nuovi prodotti lanciati in Europa e Stati Uniti hanno tradito le attese. La negativa congiuntura macro nell’area Euro e il ricorso agli interventi di chirurgia per eliminare i difetti alla vista, sempre più frequenti nei paesi occidentali, rischiano di pesare sul fatturato anche nei prossimi anni.
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