Valerio Baselli: Per Morningstar sono Valerio Baselli. Siamo all'ITForum, la fiera sul trading e sul risparmio che si tiene ogni anno a Rimini, e sono in compagnia di Gabriele Bellelli, trader e consulente indipendente. Ciao Gabriele e grazie di essere qui.
Gabriele Bellelli: Grazie a voi, buongiorno.
Baselli: Parliamo di asset allocation. La costruzione di un portafoglio finanziario non è una procedura molto semplice, infatti ci sono dei professionisti che fanno questo. Però, cercando di semplificare, quali sono i passi che si devono compiere per costruirsi un portafoglio equilibrato?
Bellelli: Il portafoglio è equilibrato quando è costruito su misura su quelle che sono gli obiettivi, le necessità della persona, per cui bisogna partire dalla fotografia di quello che è il patrimonio, per capire quali sono a livello monetario le necessità e le finanze disponibili. Dopo di che si parte e si vanno a capire gli obiettivi, gli eventuali vincoli personali, la presenza di mutui e cose di questo tipo e quindi si fa la fotografia del cliente, non trascurando l'ottica temporale e la propensione al rischio, che sono dettagli importanti. Una volta fotografata la situazione personale, occorre andare a diversificare il portafoglio tra asset.
Direi che il vero trucco del consulente è quello non solo di inquadrare il cliente per costruirgli l'abito su misura, ma anche quello di diversificare in modo opportuno il portafoglio. Diciamo che al crescere della propensione al rischio occorre poi diversificare, quindi tutto ruota in un secondo punto, dopo aver fotografato il cliente, attorno un concetto di diversificazione. Poi si vanno a stabilire i pesi dei vari asset (liquidità, azionario, e così via). L'ultimo passaggio è quello della scelta del singolo prodotto: una volta che ho detto che il 50% lo destino al settore obbligazionario, ad esempio, all'interno di quella percentuale devo capire quali strumenti metterci, Cioè quali sono gli strumenti più efficienti per far si che io riesca a realizzare gli obiettivi e le necessità che mi sono fissato all'inizio, mantenendo il grado di rischio che mi ero deciso di assumere. Un portafoglio è equilibrato quando tutti questi passaggi, che ho sintetizzato anche in modo brutale, vengono rispettati.
Baselli: È importante dire anche che non finisce lì il lavoro, nel senso che è un lavoro continuo, c'è sempre il ribilanciamento del portafoglio. Nella tua ottica, ogni quanto si deve spendere un po' di tempo per ribilanciare la proprio asset allocation?
Bellelli: Innanzitutto io consiglio sempre almeno una volta l'anno fermarsi e rifare i passaggi che ho appena descritto. Perché nella vita gli obiettivi e le necessità cambiano: aspetto un figlio e nascono due gemelli, un evento molto lieto ma che comporta la modifica degli obiettivi. Per cui, periodicamente fermarsi e capire se la struttura portante del portafoglio è ancora valida, dopodiché ogni tre mesi (l'ideale sarebbe una volta al mese) andare a monitorare la posizione di ogni prodotto dell'asset allocation, anche perché nel tempo i pesi cambiano, i titoli si alzano o scendono di prezzo per cui le percentuali cambiano, quindi ogni tre mesi al massimo, verificare e fare le modifiche nel tempo opportuno. Esempio, ai miei clienti ho fatto comprare mesi fa l'Etf sul Giappone, segnalazione che avevo fatto anche sul mio sito, ieri ho consigliato di alleggerirla, per cui non ho aspettato tre mesi. Seguo tutti i giorni i mercati, quando vedo che c'è la necessità, avverto i miei clienti per ridurre, comprare o vendere.
Baselli: Da un punto di vista pratico, quali sono i tuoi consigli per adesso. Ad esempio, un’asset class su cui sei positivo e un’asset class su cui sei negativo
Bellelli: Resto positivo sull'immobiliare asiatico e invece sono negativo sull'obbligazionario, perché credo che i rendimenti abbiano raggiunto dei livelli talmente minimi, che una risalita dei rendimenti, quindi una discesa dei prezzi, sia necessaria. Ai miei clienti consiglio sempre, sulle obbligazioni, di stare corti come scadenze, una duration molto corta e cercare sempre, quelle poche obbligazioni che son rimaste, che fruttino un rendimento netto maggiore dell'inflazione. Quindi il settore, su cui sono negativo in questo momento è quello obbligazionario perché i rendimenti sono a zero, fan fatica a coprire l'inflazione. Il rischio è quello o di comprare delle “ciofeche”, quindi peggiorare il rating dell'emittente per andare a caccia di rendimento, oppure di allungare la scadenza: entrambe le soluzioni hanno de rischi: una il rischio default e l'altra il rischio prezzo. Quindi consiglio sempre di stare corto, mi aspetto delle sorprese negative dal lato obbligazionario.
Baselli: Perfetto. Grazie mille a Gabriele Bellelli.
Bellelli: Grazie a voi.
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