Il segreto della forza di Exelon sta tutto nel settore in cui lavora. Le aziende che operano nel comparto dell’energia nucleare, infatti, beneficiano delle elevate barriere che ostacolano l’ingresso di nuovi concorrenti e dei bassi costi di produzione. Chi volesse entrare in questo business, infatti, dovrebbe investire svariati miliardi di dollari, attendere all’incirca sette anni per la costruzione dell’impianto, oltre che dover mediare con l’opposizione delle comunità locali. E questo contribuisce a creare in alcune regioni delle situazioni di monopolio locale che garantiscono agli operatori un elevato ritorno dei loro investimenti.
A questo si aggiunge il fatto che nessun altra fonte di energia ha dei costi di produzione più bassi del nucleare. I costi variabili sono molto ridotti e, a differenza degli impianti a carbone o a gas naturale, ha emissioni minori. Exelon gestisce l’impianto di energia nucleare più grande degli Stati Uniti e questo le permette di realizzare elevate economie di scala. Inoltre, la sua struttura di costo molto favorevole le garantisce un elevato grado di leva operativa: ovvero, quando i prezzi e la domanda di energia crescono, questo si traduce immediatamente in una risalita dei margini di profitto.
Titolo a sconto
I nostri analisti non vedono concrete possibilità che cambiamenti strutturali possano erodere la sua posizione di vantaggio nelle attività di produzione e distribuzione di energia e stimano un prezzo obiettivo del titolo a quota 42 dollari. Le previsioni parlano di una crescita media del fatturato superiore al 12% nei prossimi cinque anni e di un miglioramento di circa 600 punti base del margine operativo, che passerà dall’attuale 10% al 16%. La nostra raccomandazione, quindi, è quella di prendere posizione sulle azioni del gruppo americano che, dopo aver toccato i massimi a fine aprile scorso, sono scivolate attorno a quota 30 dollari e risultano significativamente scontate dal mercato.
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