Stavolta è meglio non copiare Warren Buffett. Il suo interesse per le utility, dicono gli analisti di Morningstar, potrebbe essere tardivo. Soprattutto in un momento in cui i tassi di interesse si avvicinano a un rialzo.
Il settore è tornato sotto i riflettori a fine maggio quando Berkshire Hataway (la società di investimenti del finanziere americano) ha messo sul tavolo un’offerta da 5,6 miliardi di dollari per NV Energy (Nve). Una scelta che ha fatto drizzare le antenne alla comunità finanziaria che considera l’Oracolo di Omaha come un modello per la sua capacità di azzeccare sempre i titoli migliori. E se stavolta l’Oracolo avesse preso una cantonata? “L’operazione di Buffett secondo noi è pericolosa per due motivi fondamentali”, spiega Travis Miller, responsabile della ricerca sulle utility di Morningstar. “Il primo è che è troppo cara. Il prezzo avanzato da Berkshire per Nve rappresenta un premio del 23% rispetto ai valori medi del titolo nelle settimane precedenti all’offerta. A questo punto c’è il rischio che anche altri possano pagare di più per operazioni simili facendo gonfiare eccessivamente il mercato”.
Occhio ai tassi e ai prezzi
Il secondo pericolo, è legato all’andamento dei tassi di interesse che, secondo la maggior parte degli economisti, sono destinati a salire (non fosse altro per il fatto che sono ai minimi storici). “Abbiamo fatto alcune analisi a partire dall’inizio degli anni ’90 e abbiamo visto che esiste un legame vizioso e insieme virtuoso fra le utility e l’andamento dei tassi di interesse”, spiega Miller. “Quando i secondi salgono, le prime hanno la tendenza a fare peggio del resto del mercato e viceversa”.
C’è poi un problema di valutazioni del settore. “Le utility, a livello globale, trattano con un premio di circa l’8% rispetto ai nostri obiettivi di prezzo”, dice l’analista. “Va detto comunque che la sopravvalutazione, rispetto ai massimi storici, si è dimezzata. Qualche occasione si può ancora trovare, ma bisogna muoversi con prudenza”.
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