Arte, maneggiare con cura

Autori contemporanei, lungo termine e qualità possono essere un buon mix per ottenere rendimenti positivi da quadri e sculture. Un mondo aperto anche ai piccoli risparmiatori, che però devono fare molta attenzione ai rischi.  

Azzurra Zaglio 03/07/2013 | 11:51
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Il mercato dell’arte contemporanea resiste alla crisi e strizza l’occhio ai piccoli investitori. Ma resta un asset da trattare con le molle. L’accesso a questa categoria è meno caro rispetto ad altre, come gli Old Masters (così vengono definiti i pittori dell’800). Inoltre, si risolve il problema dei falsi. Un autore che ha lavorato dagli anni Cinquanta in poi offre maggiori garanzia di autenticità dell’opera. La situazione emersa nell’asta milanese di Sotheby’s di maggio è chiara: i prezzi di vendita sono stati superiori alle stime e le opere dei contemporanei, come Lucio Fontana e Enrico Castellani, hanno raggiunto valutazioni record.

Il mercato complessivo dell’arte ha storicamente dimostrato di non viaggiare a braccetto con i mercati azionari o obbligazionari. Dopo l’11 settembre 2001, infatti, ha continuato a crescere fino a toccare i massimi nel 2008. Secondo gli indici prodotti dalla Art Market Research, dal 2005 al 2010 investire nell’arte ha reso più che puntare sull’S&P500. Certo, la crisi finanziaria ha colpito anche questo settore che nel 2009 ha avuto un giro d’affari di 32 miliardi di dollari, il 26% in meno rispetto al 2008. Ma, nonostante qualche scivolata, il valore dei beni artistici è rimasto più stabile. Questo anche grazie al diverso comportamento dei cosiddetti HNWI (High Net Worth Individual, i super ricchi) che hanno puntato più su beni artistici che su oggetti di lusso come yacht e auto da sogno.

Un quadro poco trasparente
Qualità e lungo termine sono i concetti chiave da tenere a mente quando si investe in arte con i fondi. Specie in quella contemporanea. A insistere su questi punti è Edgar Quadt, direttore della rivista tedesca (e bibbia del settore) ARTinvestor, che nei suoi editoriali non perde occasione per ricordare come le mode passeggere degli artisti sconosciuti siano rischiose. Meglio, quindi, scegliere la qualità e seguire le valutazioni degli esperti. Il lungo periodo poi è d’obbligo in questa tipologia di bene. A maggior ragione per opere recenti: l’arte si rivaluta in un arco che va dai cinque ai sette anni (minimo).

L’investitore deve essere consapevole che si tratta di un mercato caratterizzato da illiquidità degli asset, poca trasparenza, valutazioni soggettive e conflitti di interesse. Spesso dietro a questi fondi ci sono galleristi, consulenti e case d’asta interessati a promuovere un particolare artista, piuttosto che un altro e non c’è trasparenza nella stima dei prezzi da parte dei banditori. Spesso gonfiano i prezzi con operazioni di insider trading e aggiotaggio, operazioni che in questi casi (a differenza delle Borse) sono considerate lecite. Senza contare che, scegliere di investire in arte attraverso i fondi non consente di beneficiare  del piacere estetico dell’opera. 

I vantaggi fiscali
Non mancano però alcuni vantaggi, come quelli fiscali. L’arte, rispetto ad altri strumenti di investimento, non prevede alcuna tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla compravendita di opere e sulla quota del patrimonio investita. Non si richiede nemmeno l’obbligo di essere inserita nella dichiarazione dei redditi.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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