Forze di sicurezza e militari uniti nei festeggiamenti alla folla: sono queste le immagini che arrivano in queste ore dall’Egitto. Ma anche la Borsa del Cairo ha celebrato la caduta dell’ormai ex presidente Mohamed Morsi. L’indice principale Egx 30 ha aperto la seduta del 4 luglio con un balzo del 6,4%. Gli operatori finanziari, intanto, cercano di tirare le somme di una rivoluzione che si è consumata senza violenza, ma che ha lasciato la situazione incandescente.
Morsi non ci sta
Le strade del Cairo restano gremite di oppositori e di sostenitori dell’ex presidente, che si confrontano con un massiccio dispiegamento dell’esercito. Con il golpe i militari hanno annunciato la creazione di un governo tecnico. “Congeliamo temporaneamente la Costituzione”, ha detto il generale Abdel Fattah al-Sissi, capo delle forze armate (e fino a pochi giorni fa considerato vicino a Morsi che lo aveva nominato). “Il giudice della Corte Suprema Costituzionale presterà giuramento davanti al Parlamento per poi indire le elezioni presidenziali anticipate. Durante il periodo di transizione il paese sarà guidato da un governo tecnico”. C’è rabbia tra i fedeli di Morsi (i Fratelli musulmani) che, sotto il controllo dei tank militari, assicurano di non voler cedere.
L’ex presidente è ufficialmente in stato di arresto e detenuto, da solo, al Ministero della difesa. Fino all’ultimo si era rifiutato di dimettersi. “Sono ancora il legittimo presidente eletto dell’Egitto”, ha dichiarato Morsi in un messaggio preregistrato. “Un ruolo che va rispettato. La legge deve prevalere. Le nuove elezioni dovranno essere organizzate in base all’attuale Costituzione”. Le forze armate hanno in queste ore arrestato anche alcuni leader dei Fratelli musulmani e circa 300 esponenti del partito islamico.
Turismo e valuta
La comunità finanziaria, intanto, ha messo mano alle analisi economiche. Dopo la rivoluzione del 2011, il paese è stato superato persino dal Pakistan nelle classifiche sulla sicurezza per gli stranieri. Ora il settore del turismo, che vale l’11% del Pil (Prodotto interno lordo) e dà lavoro a 2,8 milioni di persone, rischia di arenarsi. Meno turisti vuol dire meno riserve di valuta straniera. “Il settore del turismo non è solo un’importante voce nel bilancio del paese, ma anche la maggiore fonte di valuta straniera”, spiega uno studio di Thomas White International. “L’impoverimento delle riserve attualmente è una delle maggiori minacce alla capacità di importare cibo e carburante”. Il paese, che anche prima della crisi faceva i conti con una crescente disoccupazione e un sistema di sussidi pubblici che stava raschiando le casse statali, sopravvive grazie ai prestiti di Qatar e Libia, ma i rubinetti si stanno chiudendo. Nel frattempo sembra svanita la speranza di ottenere un prestito da 5 miliardi di dollari dal Fondo monetario internazionale, preoccupato per le scarse garanzie ricevute. All’Egitto non rimangono che gli aiuti erogati dagli Stati Uniti. Nel frattempo i timori continuano ad allontanare gli investitori: da inizio anno (fino al 3 luglio) la Borsa del Cairo ha perso il 14%. Il bilancio si è aggravato con l’intensificarsi della protesta sulle strade e delle violenze: mercoledì la Banca centrale ha ordinato la chiusura anticipata degli sportelli, mentre decine di titoli sono stati sospesi per eccesso di ribasso.
Occhio all’energia
Dal punto di vista operativo l’attenzione al momento è tutta per il petrolio che nei giorni scorsi ha superato i 100 dollari al barile, un livello che non vedeva da settembre dell’anno scorso. “Gli investitori si stanno abituando alla tensione geopolitica”, spiega un report di Nicolas Robin, gestore di Threadneedle. “Una familiarità che, su alcuni mercati, ha diminuito il premio per il rischio. Tuttavia è un tema attuale che fornirà il supporto ai mercati dell’energia nel lungo periodo”.
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