Asia, no grazie. I gestori, interpellati da Morningstar nell’ultimo sondaggio tra le principali case di investimento che operano in Italia, non vedono grandi opportunità nell’area del Pacifico e preferiscono stare in Europa.
Eurolandia a buon prezzo
Quasi il 69% dei gestori prevede un apprezzamento dei listini europei nei prossimi sei mesi. Il dato è inferiore ai due mesi precedenti, tuttavia, va visto insieme a quello dei pessimisti. Nessuno degli intervistati si aspetta forti ribassi nel Vecchio continente, a differenza degli Stati Uniti e dell’Asia. I fund manager mettono l’accento sulle valutazioni attraenti, sulla possibilità che si vada verso la soluzione del problema del debito sovrano e sulla fine degli eccessi nei provvedimenti di austerità. Il tutto in un contesto di politiche monetarie che rimarranno accomodanti a lungo.
Usa, ora tocca all’economia
A luglio, la percentuale di ottimisti su Wall Street è tornata a crescere, passando dal 50% di giugno al 69%. I gestori hanno superato il disorientamento legato alle future mosse della Federal Reserve, la quale, per altro ha ribadito di voler mantenere una politica accomodante, e sono convinti che il miglioramento congiunturale sosterrà le quotazioni azionarie, perché farà aumentare i profitti. Il mercato immobiliare supporta la ripresa. Un altro fattore giudicato positivamente è la diminuzione del prezzo dell’energia. I pessimisti (18,7%) puntano il dito soprattutto sulle valutazioni, meno attraenti rispetto a quelle europee.
Tokyo può ancora salire
I gestori sono ottimisti sul futuro della Borsa nipponica. A giugno, il 63% si attende un apprezzamento nei prossimi sei mesi, grazie alle politiche messe in atto dalla Banca centrale e alla debolezza dello yen. Non mancano però le voci fuori dal coro di coloro che ritengono che le valutazioni siano già cresciute molto e rimarranno volatili in futuro.
Asia, poche occasioni
A giugno, il sentiment sui mercati asiatici è bruscamente cambiato. La percentuale di ottimisti si è dimezzata passando dal 50% di giugno al 25%. La maggior parte dei gestori (68,7%) prevede che i listini oscilleranno attorno agli attuali livelli nei prossimi sei mesi e un 6% si attende un calo. E’ convinzione diffusa che le valutazioni non lascino grandi spazi di apprezzamento. Le preoccupazioni riguardano anche le pressioni inflazionistiche, la crescita cinese e le tensioni geopolitiche.
BTp, spread in calo
Il 56% dei gestori stima una discesa dei prezzi dei Bund e un altro 42,8% stabilità intorno agli attuali livelli. I titoli di stato tedeschi sono considerati poco attraenti, dati i bassi rendimenti che offrono. Sono simili le previsioni per i Treasury americani. In questo caso, però, i fund manager ragionano sulle future mosse della Federal Reserve e sul miglioramento congiunturale.
Per quanto riguarda i BTp italiani, circa il 70% degli intervistati non prevede grandi oscillazioni rispetto alle attuali quotazioni. E’ convinzione diffusa che il differenziale (spread) rispetto ai Bund continui a scendere, nonostante l’instabilità del quadro politico.
Dollaro forte
I gestori confermano le previsioni di giugno, con il 75% che stima un apprezzamento del dollaro sull’euro nei prossimi sei mesi. Molto dipenderà dalle decisioni delle Banche centrali. La Bce si trova costretta a mantenere la politica espansiva, dato il clima recessivo di Eurolandia, mentre la Fed potrebbe porvi fine nei prossimi mesi se la situazione economica continuerà a migliorare. Non mancano però i giudizi controcorrente. Per Fabrizio Fiorini, direttore investimenti diretti di Aletti Gestielle Sgr, “La diversificazione sul dollaro non si ritiene possa dare contributo positivo alla performance o vantaggi in termini di riduzione della volatilità, pertanto gran parte dell’esposizione a questa valuta continuerà ad essere soggetta ad operazioni di copertura”.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 2 e il 9 luglio, 16 delle principali società di gestione e intermediazione operanti sul territorio. Si tratta Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Amundi Sgr, Carmignac Gestion, Convictions AM, Eurizon Capital Sgr, InvestBanca, Investitori Sgr, La Française Am, M&G, Nemesis Am, Pioneer IM, Sella Gestioni, Swiss&Global AM Sgr, Union Bancaire Privéee, VG asset management.
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