Fiat-Chrysler, il matrimonio funziona

L’integrazione con la società americana promette vantaggi in termini di riduzione dei costi e di diversificazione geografica. Il mercato è scettico sul successo dell’operazione, ma per noi è il momento di comprare. 

Francesco Lavecchia 16/07/2013 | 12:45
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Il Lingotto vale ancora, ma il mercato sembra essere distratto. Secondo i nostri analisti, la fusione con Chrysler permetterà al gruppo Fiat di diventare uno dei principali player del settore: data la scarsa sovrapposizione geografica delle due case automobilistiche, infatti, l’azienda italiana potrà beneficiare della condivisione delle piattaforme di produzione e delle economie di costo derivanti dagli acquisti congiunti della componentistica, aumentando in questo modo il grado della sua leva operativa.

Ma sarà anche avvantaggiata dalla minor dipendenza dal suo mercato di riferimento (Italia/Europa) e dal numero ridotto di segmenti auto in cui opera. Il processo di integrazione, comunque, è ancora lontano dal suo completamento. Al momento, infatti, stimiamo che nel 2016 Chrysler utilizzerà le piattaforme di produzione Fiat per il 60% dei suoi nuovi lanci, mentre l’uso delle capacità produttive americane da parte del gruppo italiano sarà maggiore.

Crescita trainata dagli emergenti
L’impatto sul margine operativo, perciò, si manterrà ancora limitato. Esso infatti dovrebbe migliorare moderatamente, passando dal 4,5% del 2013 al 6,6% del 2017. A spingere i ricavi, invece, continueranno ad essere i mercati emergenti e il segmento della componentistica. Fiat ha una posizione di leadership nel mercato brasiliano (23%), oltre che partnership di valore anche in Russia, Indica e Cina, e questo dovrebbe assicurargli la possibilità di beneficiare della crescente domanda proveniente da queste regioni emergenti.

Inoltre, continuerà a sfruttare ancora il positivo andamento delle sue controllate Magneti Marelli, Teksid e Comau anche se lo scorporo di queste attività dal gruppo contribuirebbe ad aumenterebbe il valore per gli azionisti. I nostri analisi stimano per il titolo della casa torinese un prezzo obiettivo di 14 euro che vale alla casa torinese un rating di cinque stelle.

 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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