La ripresa fa l'autostop

Il settore delle quattroruote, dicono i numeri, si sta svegliando e dà una mano all'economia globale. La velocità cambia a seconda della regione. La valutazione dei costruttori sono corrette, ma c'è ancora qualche occasione. Anche in altri segmenti. 

Marco Caprotti 16/07/2013 | 15:32
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La ripresa mondiale viaggia anche in auto. “Il comparto delle quattroruote è uno dei primi a risentire dei venti di crisi economica. Alle prese con i problemi del mutuo e la disoccupazione, l’ultimo pensiero delle famiglie di solito è quello di cambiare l’auto”, spiega Adam Fleck, analista di Morningstar. “Ma è anche uno dei più veloci a tornare in mente quando le condizioni congiunturali portano a un miglioramento della situazione occupazionale e degli stipendi”.  Secondo i dati dell’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) nel 2012 sono stati venduti nel mondo 81,7 milioni di autoveicoli, il 5% in più rispetto al 2011. Certo non tutte le macroregioni tengono lo stesso passo. E così i trend di vendita, confermati anche dagli ultimi numeri, diventano uno specchio dello stato di salute delle economie mondiali: situazione in miglioramento negli Stati Uniti e in Cina e debolezza strutturale in Europa.

Usa a tutto gas
Sul mercato americano, il mese scorso è stato il migliore giugno dal 2006 per Ford e le migliori quattro settimane in assoluto dal settembre 2008 per General Motors (GM). La primaha registrato vendite in aumento del 13% su base annua, a quota 235.643 unità, contro le 207.759 dello stesso periodo dell’anno scorso. Il dato è migliore delle stime (ferme al +12%), ma risulta inferiore del 4,4% rispetto a quello di maggio, quando erano stati immatricolati 246.585 veicoli. Per quanto riguarda GM, la quota 264.843 toccata a giugno è pari a un rialzo del 6% su base annua. Rispetto ai 252.894 veicoli venduti a maggio è stato registrato un incremento del 4,7%.

La Cina accelera
Le vendite di nuove auto in Cina sono salite dell’11,2% annuale a giugno a 1,75 milioni di unità. Nei primi sei mesi dell’anno le immatricolazioni avanzano del 12,3% a 10,78 milioni di unità. Nel 2012 le vendite nel Paese del Drago erano salite solo del 4,3% a 19,31 milioni di unità, di cui oltre 15 milioni di veicoli per passeggeri, a causa dell’imposizione delle targhe alterne decise in molte città per contrastare il congestionamento del traffico e l’inquinamento. Dal 2009 il mercato cinese è diventato il primo del mondo.

L’Europa frena
Le immatricolazioni di auto nuove nell’Ue a 27 hanno registrato un calo del 5,6% a giugno (-5,9% a maggio). Secondo l’Acea (l’associazione europea dei costruttori) con 1.134.042 nuove registrazioni il mercato europeo ha segnato, nel solo mese di giugno, la performance più bassa dal 1996. Inoltre nel primo semestre del 2013 sono stati immatricolati 6.204.990 nuovi autoveicoli, con un calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel mese di giugno, guardando ai singoli paesi, le peggiori flessioni si sono registrate in Francia (-8,4%), Italia (-5,5%) e Germania (-4,7%), mentre la Gran Bretagna è stata l’unica a registrare una crescita (+13,4%). Da gennaio a giugno, Spagna e Germania hanno visto un calo, rispettivamente, del 4,9% e dell’8,1% mentre l’Italia del 10,3% e la Francia dell’11,2%. Il Regno unito prosegue, invece, il suo trend positivo (+10%).

Lingotto a due velocità
A giugno sono calate ancora le immatricolazioni del gruppo Fiat nel Vecchio continente. Sempre secondo i dati Acea, il calo delle immatricolazioni nei paesi Ue più i paesi Efta (European free trade association, Associazione europea di libero scambio che comprende Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) è stato del 13,6% a giugno con 69.027 nuove auto rispetto alle 79.892 dello stesso mese del 2012. La quota di mercato è passata dal 6,4% del 2012 al 5,9% del mese scorso. Nel primo semestre, il calo è stato del 10,3% rispetto ai primi sei mesi del 2012, con la quota di mercato passata dal 6,6% al 6,4%. Il calo tendenziale nei soli paesi Ue è stato del 10% nel primo semestre e del 12,6% a giugno. La controllata Chrysler, invece, ha venduto a giugno negli Stati Uniti 156.686 auto, mettendo a segno un aumento dell’8% rispetto alle 144.811 unità dello stesso periodo del 2012. I marchi Chrysler, Jeep, Dodge, Ram Truck e Fiat hanno tutti incrementato le vendite rispetto a giugno 2012, con il gruppo che segna il miglior giugno dal 2007.

Le scelte operative
“In linea di massima i titoli del comparto auto sono correttamente valutati”, dice Fleck. “Se andiamo a vedere i diversi segmenti che compongono il settore, tuttavia, vediamo che ci sono ancora delle opportunità e dei titoli di cui è meglio disfarsi. Nel primo gruppo rientrano Fiat (leggi qui l’analisi) e, più in generale, le aziende di componentistica che possono approfittare della maggior produzione da parte delle case automobilistiche. Meglio stare lontano, invece, dai distributori che risentono troppo delle dinamiche di ogni singolo paese in cui operano”. 

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
General Motors Co1.132,33 MXN1,83
Stellantis NV12,24 EUR0,61Rating

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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