Trimestrali con la bussola

Chi fa affari in Europa e Cina preoccupa di più di chi lavora in Usa. Gli analisti si aspettano una crescita dei profitti a tassi inferiori al passato. Occhio alle delusioni: possono diventare opportunità d'acquisto. 

Marco Caprotti 18/07/2013 | 10:15
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Nella stagione di trimestrali appena iniziata, la geografia sarà un elemento determinante. “Siamo più preoccupati per i risultati che arriveranno dalle aziende che hanno la maggior parte del loro giro d’affari in Europa e in Cina rispetto a quelle che lavorano principalmente con gli Stati Uniti”, spiega Heather Brilliant, responsabile della ricerca azionaria globale di Morningstar. “In generale, comunque, rispetto ai trimestri precedenti caratterizzati da alti margini di profitto, ci aspettiamo di vedere una crescita più contenuta dei guadagni”.

Gli Usa partono bene
In attesa che entri nel vivo la stagione delle trimestrali europee, gli operatori si stanno concentrando sui risultati in arrivo dagli Stati Uniti. Un’attenzione imposta anche dal calibro dei nomi. Alcoa, la società considerata uno dei barometri dell'economia mondiale, ha saputo battere le attese del mercato nonostante una perdita in aumento nel secondo trimestre. Nel periodo, il rosso è stato di 119 milioni di dollari contro la perdita di due milioni nello stesso arco temporale l'anno prima. Hanno pesato voci straordinarie da 195 milioni di dollari legate a costi di ristrutturazione, chiusure di fonderie e a patteggiamenti dovuti a indagini governative su contratti per la vendita di allumina ad Alba, società manifatturiera controllata dallo stato del Bahrain. Al netto di voci straordinarie, Alcoa ha messo a segno utili di sette centesimi per azione dai sei dell’anno prima. Gli analisti avevano previsto utili per sei centesimi. Coca Cola, invece, ha deluso sulla scia del deterioramento dei mercati europeo e cinese. Il gruppo di Atlanta ha chiuso il secondo trimestre con un utile di 2,68 miliardi di dollari, in calo del 4% rispetto allo stesso periodo di un anno prima. In calo anche il giro d’affari a 12,75 miliardi (-3%).

Qualche soddisfazione la stanno regalando le grandi banche. Goldman Sachs, per esempio, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 1,93 miliardi, il doppio rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2012 grazie ai robusti introiti provenienti dall’attività di investment banking. In particolare, l’utile per azione si è attestato a 3,7 dollari contro i 2,82 dollari previsti dagli analisti. I ricavi si sono invece posizionati a 8,61 miliardi (+13%). Secondo trimestre in crescita anche per Citigroup con l’utile netto che è balzato di quasi il 45% a 4,2 miliardi di dollari mentre i ricavi sono lievitati dell’11% a 20,5 miliardi. Le perdite sui crediti, inoltre, sono calate del 25% a 2,6 miliardi. La combinazione di questi fattori ha così portato a un netto miglioramento rispetto all’anno scorso, anche se ha pesato positivamente la posta straordinaria legata alla vendita del 10% in Akbank, senza cui i profitti netti sarebbero saliti del 26% a 3,9 miliardi. Bank of America ha riportato per il secondo trimestre dell’anno utili netti per 4,01 miliardi di dollari nel secondo trimestre, o 32 centesimi ad azione, su ricavi per 22,73 miliardi. I risultati sono migliori delle attese degli analisti che in media si attendevano profitti per 25 centesimi ad azione.

Prudenza e occhio alle opportunità
Da punto di vista operativo il consiglio dell’analista è quello di procedere con cautela. “In questo momento sembrano interessanti le valutazioni delle aziende che lavorano nel comparto delle risorse naturali”, dice Brilliant. “Tuttavia, secondo noi alcune società minerarie annunceranno di dover procedere a un taglio delle spese e alla cancellazione di alcuni progetti di sviluppo. Qualche sorpresa potrebbe arrivare dal settore auto e dal real estate”. Un elemento a cui bisogna fare attenzione è la volatilità. “Non mi stupirei di vederne parecchia durante questa stagione delle trimestrali”, dice l’analista. “Le aspettative degli investitori sono molto alte, soprattutto per quanto riguarda le aziende di maggiore qualità che nel primo semestre hanno corso molto in Borsa. Se i risultati non saranno all’altezza delle attese del mercato, allora potrebbero essere punite severamente”.

Un’eventualità che potrebbe creare comunque delle ottime opportunità di acquisto. “Se società come Microsoft e Intel dovessero comunicare bilanci al di sotto delle stime ci potrebbe essere la possibilità di mettersi in portafoglio a prezzi di saldo nomi con un grande vantaggio competitivo”. In quest’ottica, i gruppi europei che l’analista sta tenendo d’occhio sono i colossi farmaceutici Novo Nordisk e Sanofi, che lavorano in segmenti della salute, come ad esempio la cura del diabete, che sono molto interessanti sotto il profilo commerciale. 

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Bank of America Corp46,84 USD1,69Rating
Citigroup Inc69,40 USD1,64Rating
Coca-Cola Co63,62 USD0,99Rating
Novo Nordisk A/S ADR103,05 USD-2,11Rating
Sanofi SA ADR47,99 USD0,43Rating
The Goldman Sachs Group Inc598,46 USD2,84Rating

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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