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Etp, i migliori e i peggiori del primo semestre

Giappone ed energie pulite in spolvero. Metalli preziosi, materie prime agricole e paesi emergenti, in difficoltà.

Valerio Baselli 22/07/2013 | 16:14
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Le statistiche mostrano come gli Exchange traded products (Etp, acronimo che racchiude Etf, Etc ed Etn) siano sempre più presenti nei portafogli degli investitori. Nei primi sei mesi dell’anno, i replicanti hanno raccolto globalmente 96,3 miliardi di dollari, il secondo miglior risultato di sempre. Eppure, anche in questo caso, la scelta del singolo strumento si rivela fondamentale. Secondo i dati Morningstar, infatti, tra il miglior Etp in termini di rendimento semestrale e il peggiore (prendendo in considerazione quelli quotati su Borsa Italiana ed escludendo i replicanti strutturati) ci sono ben oltre 80 punti di differenza.

A regalare le maggiori soddisfazioni sono stati i prodotti azionari dedicati al Giappone, che occupano ben sei posti della top ten. Il Sol levante, infatti, sta vivendo una fase di spinta economica e di ottimismo che non si vedeva da parecchio tempo, grazie soprattutto alle cosiddette “Abenomics”, le politiche economiche sfoderate dal primo ministro Shinzo Abe per tirare il paese fuori dalla spirale deflattiva. In sei mesi il governo ha implementato un pacchetto di spesa da circa 100 miliardi di euro, mentre lo yen è sceso ai minimi storici sul dollaro dopo che la banca centrale ha annunciato un ingente programma di acquisto di bond. Bene anche gli strumenti dedicati alle energie alternative, che escono così da un periodo difficile in termini di rendimenti (leggi l’ultimo numero di Morningstar Investor, dedicato al settore energetico).

Sul fronte dei bocciati, invece, come già avvenuto nel 2012, sono state le materie prime l’asset class che ha performato peggio. In particolare i metalli preziosi hanno sofferto molto in questa prima parte del 2013, per diverse ragioni (per approfondire, clicca qui). Male anche paesi emergenti come il Brasile e i mercati africani, i quali confermano la loro natura volatile.

Ma quali sono stati, per gli investitori italiani, i replicanti che hanno dato i migliori rendimenti? E i peggiori?


Dati in euro calcolati sui prezzi di Borsa Italiana al lordo dell’imposta sul Capital gain
Fonte: Morningstar Direct

Le due tabelle prendono in considerazione gli Etf quotati a Piazza Affari, con l’esclusione dei prodotti strutturari, ovvero quelli a leva (cioè i replicanti che forniscono un multiplo della performance dell’indice) o short (ovvero quelli che forniscono la performance opposta a quella del benchmark). 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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