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LinkedIn, la socialità costa cara

Il social network ha una posizione di vantaggio difficile da intaccare e batte la concorrenza sulla capacità di monetizzare il traffico sul suo portale. Il mercato, però, le riconosce un premio troppo elevato.

Francesco Lavecchia 23/07/2013 | 11:00
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LinkedIn ha tutto quello che può piacere ad un investitore. Tranne il prezzo. Ha un modello di business vincente, una forte posizione di vantaggio all’interno del settore e interessanti prospettive di crescita, ma il mercato riconosce al titolo un premio eccessivamente elevato in base alle nostre stime e la nostra raccomandazione per i risparmiatori è quella di non prendere posizione sul titolo, aspettando che le quotazioni tornino ad essere convenienti.

Business vincente
LinkedIn è il primo social network al mondo specializzato nella condivisione dei profili professional con oltre 210 milioni di utenti iscritti e circa 130 milioni di visitatori giornalieri. Tale status le permette di attrarre sia chi cerca che chi offre lavoro, creando in questo modo un circolo virtuoso che si autoalimenta e che rappresenta il suo vero punto di forza. I primi si iscrivono e tengono aggiornato il loro profilo perché sanno di non poter fare a meno di un canale di promozione così forte ed efficace. I datori di lavoro, invece, usufruiscono dei suoi servizi perché convinti di poter trovare le migliori figure professionali in circolazione.

LinkedIn offre i suoi servizi attraverso un modello ibrido detto “freemium”, ovvero in parte a pagamento e in parte gratuitamente, e tra i social network è quello che riesce a monetizzare meglio il traffico di utenti sul suo sito nonostante abbia un numero di visitatori giornalieri e un tempo di permanenza di gran lunga inferiore a Facebook. Al momento solo lo 0,5% degli iscritti acquista i servizi a pagamento, ma secondo le nostre stime questa quota è destinata a crescere e a rappresentare già nel 2013 il 20% del fatturato complessivo. Inoltre, grazie alla mole e alla specificità dei dati raccolti, il social network riesce a catalizzare una grossa fetta degli investimenti pubblicitari “business-to-business” (ovvero di aziende verso altre aziende) che al momento è stimata attorno ai 30 miliardi di dollari annui ed è anch’essa destinata a salire.

Margini potenziali ancora incerti
I nostri analisti sono molto fiduciosi sulle prospettive di crescita di LinkedIn sia in termini di fatturato che di profittabilità: nei prossimi cinque anni i ricavi dovrebbero progredire ad un ritmo medio del 30%, mentre il margine operativo è visto in salita al 20% dall’attuale 5%. La principale fonte di rischio per l’azienda, e quindi causa di volatilità per il titolo, è invece rappresentata dalla scarsa maturità del settore, che rende difficile ipotizzare quale possa essere il suo reale potenziale in termini di profittabilità futura. In base a queste ipotesi la nostra stima del prezzo obiettivo è di 115 dollari, che vale al titolo un rating Morningstar di una stella.

 

Per consultare l'analisi completa su LinkedIn clicca qui.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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