In Borsa il mattone tiene. Ma sui diversi mercati del real estate la situazione è meno tranquillizzante di quello che può apparire. L’indice Msci del segmento a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 26 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato il 3,45%. Una performance che, tuttavia, non dà una fotografia precisa di quello che sta succedendo nelle diverse regioni.
America a due facce
Le vendite di case esistenti negli Usa sono scese dello 0,4%, a 110,9 punti nel mese di giugno. La variazione rispetto allo stesso mese dello scorso anno è comunque positiva e fa segnare un +10,9%. Il rallentamento osservato è frutto dell’aumento dei tassi sui mutui che potrebbe frenare il ciclo nei prossimi mesi. Le vendite di case nuove negli Stati Uniti, sempre nello stesso periodo, hanno segnato un rialzo mensile dell’8,3% a un tasso annualizzato di 497mila unità. E' il livello più alto da cinque anni. Il risultato è nettamente superiore alle attese di un aumento dell’1,7%.
Europa in calo
Intanto, il settore delle costruzioni a maggio in Europa (secondo i dati di Eurostat) ha registrato un nuovo calo. La produzione del settore edilizio è diminuita dello 0,3% nell’Eurozona e dello 0,2% in Ue. Nel mese precedente si erano rispettivamente registrati aumenti dell’1% e dell’1,1%, ma il bilancio annuale è pesantemente in calo: -5,1% in entrambi i casi. Nel frattempo è sceso del 2,2% il prezzo delle abitazioni nel primo trimestre 2013. Fanalino di coda la Spagna, la cui discesa è stata del 12,8% in un anno. Seguono Olanda (-7,2%) e Portogallo (-7,3%). Flessione anche in Francia (-1,4%). Nella Ue a 27 il calo è stato più contenuto (-1,4%).
In Italia, secondo l’Istat, nel primo trimestre 2013 l’indice dei prezzi delle abitazioni èdiminuito dell’1,2% rispetto al trimestre precedente e del 5,7% nei confronti dello stesso periodo del 2012. Il calo, più contenuto rispetto ai precedenti, è il sesto consecutivo, mentre la flessione su base tendenziale (-5,7%) è la quinta consecutiva registrata e accentua quella del quarto trimestre del 2012, quando era stata pari a -5,2%. La minore flessione rispetto a quella del quarto trimestre 2012 (pari a -2,2%) è dovuta principalmente all’attenuazione del calo dei prezzi delle abitazioni esistenti (-1,1% da -3,3% registrato nel quarto trimestre 2012). Il calo dei prezzi delle abitazioni nuove è invece il secondo (e il più ampio mai registrato), dopo quello del terzo trimestre 2012.
La Cina è da record
In Cina a giugno i prezzi delle case sono cresciuti quasi ovunque raggiungendo livelli record soprattutto nei centri metropolitani. I prezzi sono saliti in 69 delle 70 città che il governo ha esaminato tramite l'Ufficio nazionale di statistica. La città d'affari di Guangzhou è quella che ha registrato il maggiore incremento con una crescita del 16% rispetto all’anno precedente. A Pechino e Shanghai i prezzi sono saliti rispettivamente del 13 e del 12%. In Cina a marzo è stata lanciata una campagna triennale per il raffreddamento dei prezzi immobiliari. L’unico calo dei prezzi delle case nuove il mese scorso si è verificato nella città orientale di Wenzhou, dove sono scesi del 2,8% rispetto all’anno precedente.
Le scelte operative
In una situazione così eterogenea come si spiega l’andamento dei titoli del mattone in Borsa? “I mercati equity cercano sempre di anticipare le tendenze che si registreranno nell’economia reale”, dice una nota di Morningstar. “Da tempo si parla di una ripresa degli Stati Uniti di cui il real estate è uno degli assi portanti. Per quanto riguarda l’Europa, gli investitori guardano con fiducia alle azioni della Banca centrale che potrebbero, con il tempo, portare la regione fuori dalla crisi dando una spinta al settore immobiliare. Per quanto riguarda la Cina, il discorso è più complesso. Il rallentamento congiunturale del paese sta spingendo gli investitori locali sugli immobili. Bisognerà vedere quanto durerà la tendenza, anche perché quando Pechino si mette in testa di guidare l’andamento di un determinato segmento dell’economia, di solito ci riesce”. Dal punto di vista strategico una scelta potrebbe essere quella di agire in maniera indiretta, mettendo in portafoglio i titoli delle società delle catene di fai da te o che vendono arredamento. “E’ vero che il loro andamento è molto correlato a quello del real estate, ma in questo momento le valutazioni sembrano più interessanti”, dice il report.
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