Nestlé (NSRGY) non dorme sugli allori. La sua leadership nella produzione di cibo confezionato è sempre più solida, ma il management guarda al futuro e gli investimenti sui mercati emergenti e in nuovi segmenti di mercato promettono di rimpinguare le casse del gruppo svizzero. I nostri analisti hanno recentemente innalzato la stima del prezzo obiettivo da 62 a 70 franchi svizzeri e raccomandano di prendere posizione sul titolo in ragione di uno sconto di circa il 10% riconosciuta al momento dal mercato.
I punti di forza
Numerosi sono i punti di forza che permettono a Nestlé di comandare il mercato: volumi di produzione straordinari che le fruttano ricavi per circa 90 miliardi di franchi svizzeri e che le permettono di realizzare elevate economie di scala, un’offerta altamente diversificata che riduce la sua dipendenza dalle vendite di una singola categoria di prodotto, oltre alla proprietaria di marchi che hanno una forte presa sui consumatori e che le regalano margini di profitto superiori a quelli dei suoi competitor.
Le strategie per il futuro
Il management del colosso elvetico, però, punta a una crescita sostenibile nel lungo periodo e in quest’ottica deve essere letto il recente riposizionamento del suo portafoglio prodotti attraverso l’acquisizione di Pfizer Nutrition (focalizzata sul business della nutrizione infantile). Queste attività generano oltre l’80% dei loro ricavi nei mercati in forte espansione e presentano margini di profitto molto più elevati rispetto alla media degli altri beni di consumo. Molto apprezzabile, inoltre, è la strategia adottata da Nestlé nell’approcciare il mercato cinese. L’apertura di due nuovi centri di ricerca e sviluppo nella terra del Dragone ha come obiettivo quello di aumentare la conoscenza delle esigenze dei consumatori locali e promette di garantire elevati rendimenti del capitale investito.
Sentiero di crescita sostenibile
I nostri analisti stimano una crescita media del fatturato attorno al 5% per i prossimi dieci anni, grazie al prezioso contributo dell’area che comprende Asia, Oceania e Africa, mentre il margine operativo dovrebbe registrare solo un lieve miglioramento, passando dall’attuale 15% al 17% nel 2022.
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