L’Abenomic continua a piacere al mercato. L’indice Msci del Giappone nell’ultimo mese (fino al 2 agosto e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,74%, portando a + 22,6% la performance da inizio anno. Segno che gli operatori internazionali hanno fiducia nella politica economica aggressiva introdotta dal premier Shinzo Abe (e supportata dalla Bank of Japan) per portare un po’ di inflazione (che viene con la crescita) nel paese.
Il quadro macro
Dal fronte macro dell’arcipelago, intanto, giungono sempre più numerosi i segnali positivi. La dinamica inflazionistica degli ultimi sei mesi sta evolvendo in senso nettamente positivo, la crescita dei prestiti bancari al settore privato è ai massimi da quattro anni a questa parte e la fiducia dei consumatori ha toccato il picco degli ultimi sette anni. Il tasso di cambio dello yen, ai minimi dal 1992, lascia prospettare successi nell’ambito delle esportazioni. La produzione industriale si sta riprendendo e il Pil nominale ha smesso di calare.
A giugno sono salite le vendite al dettaglio segnando un incremento dell'1,6% dopo il +0,8% registrato a maggio. Le vendite all'ingrosso sono salite dello 0,1% dal +0,5% precedente. Pertanto, le vendite totali hanno evidenziato un incremento dello 0,5% (+0,6% a maggio). Le vendite dei grandi magazzini sono salite del 4,5% (+3,5% a livello adjusted) dal +0,9% precedente (+0,4% adjusted).
La BoJ è sempre pronta
Il governo giapponese, da parte sua, ha pubblicato il suo rapporto economico mensile, sottolineando che la congiuntura continua a mostrare segnali di recupero in piena autosufficienza. L’andamento dei prezzi indica che la deflazione è in calo. La Banca del Giappone, intanto, ha detto di essere pronta a fornire ulteriore misure di allentamento per favorire la crescita economica del paese e raggiungere un livello di inflazione al 2% nel breve periodo. Secondo Takehiro Sato, membro della Banca centrale nipponica, il maggior stimolo economico è una possibilità reale se la ripresa dell’economia dovesse essere minacciata, ad esempio, da una crescita più lenta del previsto in Cina.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.