Il Sud America non trova il ritmo

L'economia della regione dipende ancora troppo dalle materie prime e stenta a segnare i tassi di crescita del passato. 

Marco Caprotti 07/08/2013 | 11:19
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L’America latina potrebbe fare di più. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 2 agosto e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,8%. La performance da inizio anno, tuttavia, è ancora negativa per il 14,6%. Certo, la regione continua a viaggiare al doppio della velocità rispetto agli anni ‘80 riuscendo a ridurre povertà e debiti. Però, le economie dell’area sono ancora poco diversificate e dipendono in larga parte dalle esportazioni di materie prime. Un problema, soprattutto ora che la Cina, il maggiore consumatore globale, sta dando forti segnali di rallentamento.

Messico e Brasile rallentano
Gli analisti, da parte loro, hanno iniziato a prendere provvedimenti e hanno tagliato le stime di crescita. Soprattutto quelle che riguardano i due paesi più grandi: Messico e Brasile. Secondo un sondaggio della Banca centrale messicana gli operatori si aspettano una crescita del paese del 2,6% nel 2013, mentre prima le stime parlavano di un passo superiore al 3%. Per quanto riguarda il Brasile, il consensus degli economisti dice che il paese quest’anno dovrebbe crescere del 2,5% (le previsioni di inizio anno si aggiravano intorno al 3%).

Per quanto riguarda l’intera area a limare le stime ci ha pensato il Fondo monetario internazionale (Fmi) portandole da 3,6% al 3,4%. La regione, ha aggiunto il fondo, sta comunque recuperando rispetto al 3% secco del 2012 anche se non sembra in grado di replicare il +4,5% segnato nel 2011. Le buone notizie, comunque, non mancano.

Pericolo Usa?
Mentre molti operatori sono preoccupati per gli effetti che la fine della politica monetaria di aiuti all’economia Usa potrà avere sull’area Latam (di cui gli Stati Uniti sono uno dei mercati di riferimento), l’Fmi preferisce gettare acqua sul fuoco. “Quando le iniezioni di liquidità in America cesseranno sui mercati del sud, nell’immediato ci sarà un aumento della volatilità e gli investitori probabilmente si faranno prendere dal panico”, spiega il fondo in una nota. “Tuttavia, le economie della regione emergente sono ben equipaggiate per affrontare questa situazione per cui i prezzi degli asset di investimento in poco tempo si assesteranno”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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