L’economia Usa continua a rafforzarsi. E la Borsa festeggia. L’indice Msci Usa NR Usd nell’ultimo mese (fino al primo agosto, e calcolato in euro) ha guadagnato il 3%, portando a +18,4% la performance da inizio anno. Gli ultimi dati congiunturali dicono che il Pil del secondo trimestre è cresciuto dell’1,7%. Il dato è migliore delle stime degli analisti che si aspettavano una crescita più contenuta e pari allo 0,9%, ma è stato letto, comunque, in chiaroscuro. Se da un lato la crescita del periodo è risultata superiore alle attese, tuttavia il dato del primo trimestre è stato rivisto a +1,1% da +1,8%.
Dal fronte immobiliare (una delle voci più importanti del bilancio americano) la situazione è a due facce. Le vendite di case esistenti sono scese dello 0,4%, a 110,9 punti nel mese di giugno. La variazione rispetto allo stesso mese dello scorso anno è comunque positiva e fa segnare un +10,9%. Il rallentamento osservato è frutto dell’aumento dei tassi sui mutui che potrebbe frenare il ciclo nei prossimi mesi. Le vendite di case nuove negli Stati Uniti, sempre nello stesso periodo, hanno segnato un rialzo mensile dell’8,3% a un tasso annualizzato di 497mila unità. Il livello più alto da cinque anni e nettamente superiore rispetto alle attese di un aumento dell’1,7%.
Più lavoro e fiducia
Buone notizie sono arrivate anche dal mercato del lavoro. Sono stati creati 200 mila posti di lavoro nel settore privato nel mese di luglio, secondo le stime diffuse da Adp. Il dato è superiore alle attese degli analisti che avevano pronosticato la creazione di 183 mila posti.
La fiducia dei consumatori misurata dall'Università del Michigan è salita alla fine di luglio a 85,1 punti, da 84,1 punti alla fine di giugno e 83,9 a metà mese. Si tratta del livello più alto degli ultimi sei anni. Il dato è anche migliore delle attese degli analisti che si attendevano un lieve ribasso a quota 84 punti.
La Fed non fa paura
“Molti investitori temono che la situazione dell’economia americana possa assomigliare a quella del 1994 quando la Federal Reserve restrinse drammaticamente la propria politica monetaria, portando a un aumento improvviso dei tassi e bloccando la crescita azionaria” spiega uno studio firmato da Wouter Sturkenboom, investment strategist di Russell Investments. “Le nostre previsioni vedono le condizioni economiche più simili a quanto accaduto nel 1984, quando un’economia americana in rialzo ha aperto la via per una crescita globale stabile. In maniera analoga, ci aspettiamo che l’economia statunitense sia caratterizzata nei prossimi mesi da una moderata inflazione, da un basso rischio recessivo e da una crescita stabile”.
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